Isabella Santacroce: differenze tra le versioni

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'''Isabella Santacroce''' (1970 – vivente), scrittrice italiana.
 
== ''Destroy'' ==
 
*Come chiudersi a chiave in un cubo rosso, come spegnere ogni fiamma, come leccare sangue e lacrime, come abbracciare un amico dolce, come dimenticare il nome della prima bambola, del primo cuore, come tutto quello che hai sotto il culo mentre stai leggendo, gatti che miagolano, porte che non si aprono.
 
*Ascoltami. Sono sola e in lacrime dentro una chiesa vuota. L'incenso acre soffia sui ceri accesi. Torta di compleanno piena di terrore. Qualcuno intoni un Happy Birthday denso di riverberi.
 
*Toccami. Ti piace l'odore del mio collo. Sono cosi fragile e indifesa, inginocchiata davanti alla tua ombra. Stringimi i fianchi e annullati.
 
*Il primo aereo. Cosa da niente. Londra, Berlino, capitali esotiche. Qualsiasi scelta pur di sollevarti da questa riva già studiata. A memoria. Ogni microparticella. Ogni suono. Prepotente bisogno di emozioni nuove. Non è scappare. Non è paura. Può salvarti non respirare più salsedine.
 
*Camminavo in una primavera mediterranea. Sola. Ancora oceani di pensieri inquieti acceleravano ritmi cardiaci sincopati e ansiosi. Nel confuso di un tramonto marino. Il porto a pochi passi. Liberi i gabbiani in volo. La mia ombra addosso rimproverava sicurezze più che ventenni. Mi vorrei forte e coraggiosa. Pensavo. Integra stella lucente e intanto lame metalliche mi stringevano stronze i fianchi saziandosi, rubando il dolce rimasto sulla mia pelle. Frenetica inquietudine bisognosa di felice quiete. Cosi poetico e triste insieme. Sentirmi romantica nel tramonto. Come sempre musica di violini elettrificati registrati in nebbiose pianure padane ad azzerare il sonoro naturale delle onde nervose.
 
*Viziosa incontentabile esistenza. Nel tramonto. Tutto ti ricorda tutto qua e sono tanti i ricordi da sedare, annullare, abbandonare. Parole e volti da evitare cercando sconosciute situazioni. Reinventare. Reinventarsi un passato e un futuro. Nuova polvere e nuove acque. Camminavo lentamente sulla mia cattiva terra mentre l'arancio del sole penetrava infuocato l'orizzonte.
 
*So che mi stai pensando. Da 15 minuti. Da 30 minuti. Mi pensi. Lo sento. Voglio sia cosi. Tu innamorato di me. Non sono un'amante o qualsiasi cosa tu voglia. Indecifrabile emozione e nient'altro. Mi stai leggendo e c'è musica. Il tuo cane distrugge un'intimità serale che tieni in mano. Sono tra le pagine. Sempre più fragile e leggera. Soffia e vedrai la mia Fred Perry cadere ai tuoi piedi. Penetrati senza inibizioni di parole che ho scritto con una Staedtler tedesca. I momenti di maggio abbandono sono per me rari e intensi e entrarmi dentro non basta. Ti sto scrivendo. Possedendo quello che mi va. Posso farlo. Questo rende la mia debolezza arma potente. Penso al romantico come qualcosa di estremamente violento. Violento. L'odore della carta che stai tirando picchia il tuo palato. Mi vorresti presente, libera dai miei sogni, ma non sono altro che un'impalpabile emozione, una dislessica professionista del nulla.
 
*..e sarò dolce quando sfilerò maestra dagli slip una lama lucente per tagliare la tua gola, e tu non reagirai, perché la dolcezza è silenziosa, e ti addormenterai prima di assaggiare il sapore denso del tuo sangue..
 
*Siamo tutti molto fragili qua dentro eppure c'è chi si spaventerebbe ad averci addosso.
 
*In vena. Direttamente in vena ti voglio.
 
== ''Fluo. Storie di giovani a Riccione'' ==