Dino Compagni: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*La detta città di [[Firenze]] è molto bene popolata, e generativa per la buona aria: i cittadini ben costumati, e le donne molto belle e adorne: i casamenti bellissimi, pieni di molte bisognevoli arti, oltre all'altre città d'[[Italia]]. Per la qual cosa molti di lontani paesi la vengono a vedere, non per necessità, ma per bontà de' mestieri ed arti, e per bellezza ed ornamento della città.<br />Piangano adunque i suoi cittadini sopra loro e sopra i loro figliuoli, i quali, per loro superbia e per loro malizia e per gara d'ufici, hanno così nobile città disfatta, e vituperate le leggi, e barattati gli onori in picciol tempo, i quali i loro antichi con molta fatica e con lunghissimo tempo hanno acquistato; e aspettino la giustizia di Dio, la quale per molti segni promette loro male sì come a colpevoli, i quali erano liberi da non potere essere soggiogati. (pp. 5-6)<ref name=Lal>Citato in ''La letteratura narrativa e allegorica'', ''Letteratura Italiana'', Fratelli Fabbri Editori, Milano, 1965, pp. 114-115.</ref>
*Mossono le insegne al giorno ordinato i [[Firenze|Fiorentini]] per andare in terra di nimici, e passarono per Casentino per male vie, ove, se avessono trovati i nimici, arebbono ricevuto assai danno: ma non volle Dio. (pp. 20-21)<ref name=Lal></ref>
*Uno giovane gentile, figliuolo di messer Cavalcante Cavalcanti, nobile cavaliere, chiamato [[Guido Cavalcanti|Guido]], cortese e ardito, ma sdegnoso e solitario e intento allo studio, nimico di [[Corso Donati|messer Corso]], avea più volte diliberato offenderlo. Messer Corso forte lo temea, perché lo conoscea di grand'animo; e cercò d'assassinarlo, andando Guido in pellegrinaggio a [[Santiago di Compostela|San Jacopo]]; e non gli venne fatto. (p. 49)
*Cominciò per questo l'odio a multiplicare; e messer Corso molto sparlava di [[Vieri de' Cerchi|messer Vieri]], chiamandolo l'Asino di Porta, perché era uomo bellissimo, ma di poca malizia, né di bel parlare; e però spesso dicea: ''Ha ragghiato oggi l'asino di Porta?'' E molto lo spregiava, e chiamaval Vieri Cavicchia. (p. 50)
*Sedea in quel tempo nella sedia di San Piero [[Papa Bonifacio VIII|papa Bonifazio VIII]], il quale fu di grande ardire e d'alto ingegno, e guidava la Chiesa a suo modo, e abbassava chi non gli consentìa. (pp. 50-51)
*Perché i giovani è più agevole a ingannare che i vecchi, il diavolo accrescitore de' mali si fece da una brigata di giovani che cavalcavano insieme, i quali, ritrovandosi insieme a cena una sera di calen di maggio, montorono in tanta superbia, che pensorono scontrarsi nella brigata de' Cerchi e contro a loro usare le mani e' ferri. In tal sera, che è il rinnovamento della primavera, le donne usano molto per le vicinanze i balli. I giovani de' Cerchi si riscontrorono con la brigata de' Donati, tra' quali era uno nipote di messer Corso, e Bardellino de' Bardi, e Piero Spini, ed altri loro compagni e seguaci, i quali assalirono la brigata de' Cerchi con armata mano. Nel quale assalto fu tagliato il naso a Ricoverino de' Cerchi da uno masnadiere de' Donati, il quale, si disse, fu Piero Spini, e in casa sua rifuggirono. Il qual colpo fu la distruzione della nostra città, perché crebbe molto odio tra i cittadini. I Cerchi non palesorono mai chi si fusse, aspettando farne gran vendetta. (pp. 54-55)
*[...] naturalmente i [[Pistoia|Pistolesi]] sono uomini discordevoli, crudeli e salvatichi. (p. 62)
*Credete voi che la giustizia di Dio sia venuta meno? pur quella del mondo rende una per una. Guardate a' vostri antichi, se ricevettono merito nelle loro discordie: barattate gli onori che eglino acquistorono. Non v'indugiate, miseri, ché più si consuma in uno dì nella guerra, che molt'anni non si guadagna in pace; e picciola è quella favilla, che a distruzione mena un gran regno. (p. 68)