Patrizio Peci: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Si potevano avere dubbi di questa natura e allo stesso tempo continuare ad agire}} Sì, perché era un dibattito continuo, era una vita frenetica. Io in pratica non possedevo niente, tutto quello che avevo era l'organizzazione: sia dal punto di vista degli affetti, sia dal punto di vista della casa in cui abitavo. In sostanza ero lì e ormai era diventato più che un mestiere, ero dell'organizzazione mano e corpo. Quindi anche il fatto di dovermi rifare una vita non era così semplice, anche le difficoltà ad andar via. Non il fatto che loro mi dicevano: "Guarda che se vai via ti ammazzo", questo non esiste, pian piano ti avrebbero dato il permesso di andar via. Però ero talmente legato a quel meccanismo, anche dal punto di vista logistico. Ogni cosa che avevo fatto l'avevo fatta più o meno bene grazie alla struttura dell'organizzazione, all'esperienza dell'organizzazione; quindi qualsiasi cosa diventava quasi insormontabile: una carta d'identità, dei soldi, cercarsi un lavoro. A 27 anni non era così facile procurarsi queste cose qui.
 
*{{NDR|Alla domanda "Perdura come un alone di mistero intorno al suo arresto avvenuto il 19 marzo 1980. Si è anche detto anche che lei è stato preso due volte, nel senso che dopo il primo arresto le avrebbero chiesto di rientrarerestare come infiltrato nelle BR. Come andarono veramente le cose?"}} Bisogna che uno si metta un po' nei panni, in questo caso non miei, dei carabinieri. Voglio dire: un carabiniere arresta Patrizio Peci, che è incriminato, che è ricercato per il sequestro di [[Aldo Moro]]. Lo arresta, e gli dice: "Che ne dici, tu ti penti? Vuoi fare l'infiltrato all'interno delle Brigate Rosse?" Io gli rispondo "sì" e me ne vado. Cioè, con questa frase penso di avereaver detto un po' tutto.
 
*{{NDR|Il generale [[Carlo Alberto dalla Chiesa]]}} Cominciò col cercare di farmi capire che aveva molto in mano dell'organizzazione, che l'arresto mio non era casuale e che molti altri spezzoni dell'organizzazione erano in mano ai carabinieri; cosa non vera, naturalmente. Cercava di farmi rendere conto che l'organizzazione era debole nonostante tutto, molto debole. E poi mi faceva il discorso della gente, anche su quello batteva molto: che la gente non era d'accordo con noi, il perché non era d'accordo con noi. E tutta una serie di cose abbastanza normali che però in quel momento mi aiutarono molto a convincermi.
 
*Appena entrai {{NDR|nel suo ufficio}} mi offrì qualcosa da bere. Disse: "Cosa vuoi da bere?". Io bevvi acqua minerale, e anche lui. Questa era la prima cosa: abbiamo bevuto una bottiglia d'acqua minerale. La prima cosa immediata. Si cercava un po' di rompere il ghiaccio perché era una cosa un po' fuori dal normale.
 
*{{NDR|Alla domanda "Quale fu l'argomento più forte del generale?"}} Mah, secondo me l'argomento più forte era il fatto che lui non mi dava l'idea che volesse imbrogliarmi, tutto qui. Cioè, non mi proponeva di farmi uscire, non mi proponeva evasioni, non mi proponeva soldi. Cercava di capire un po' la questione, cercava di spiegarmi più che altro che stavamo sbagliando, che stavo sbagliando, che avevo fatto degli errori. Quindi non mi proponeva la libertà, non mi proponeva i soliti mezzucci da... diciamo... da quattro soldi.
 
*{{NDR|Alla domanda "Quando parlaste di immunità?"}} Mai. Ma poi non era tanto quello {{NDR|il problema}}. Poi il generale cosa mi promise dietro queste storie? Il generale mi promise prima di tutto l'incolumità all'interno del carcere, il fatto che in carcere non avrei subito rappresaglie, e che una volta fuori m'avrebbero in qualche modo dato una mano.
 
*{{NDR|Alla domanda "Allora qualche promessa ci fu?"}} Questo: che mi avrebbe prima di tutto garantito la salvezza all'interno del carcere. [...] E una volta fuori m'avrebbe dato una mano a trovare lavoro.
 
*{{NDR|Alla domanda "Lei definì il generale come il capo dell'esercito nemico. C'è un po' d'enfasi, ma si può capire. Lei, d'altronde, non era gerarchicamente da meno sulnel suo fronte. Sentì mai di parlargli, per così dire, alla pari nonostante la sua condizione, quantomeno, di prigioniero?"}} No, io non ho mai parlato alla pari. Io ho cercato di instaurare un rapporto, cercando di capire se era una persona corretta e aveva la forza di portare avanti un minimo di progetto, che era poi quello della legge sui pentiti. Infatti dopo un po' mi disse: "Guardi, io ci credo. Ci credo alla legge sui pentiti, e mi farò carico rispetto ai politici di portarla avanti". Questa è un po' un'altra promessa, diciamo, che mi ha fatto.
 
==Note==