Alessandro Roncaglia: differenze tra le versioni

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*Forse, rispetto agli autori precedenti, la principale caratteristica distintiva di [[Adam Smith|Smith]] è di essere un 'accademico': cioè di affrontare il suo oggetto d'analisi mosso sì da passioni politiche ma sufficientemente distaccato dai problemi e dagli interessi immediati e, soprattutto, di dedicare grande cura e un'enorme quantità di tempo all'esatta definizione e all'accurata presentazione delle sue idee, con una grande capacità di mediare tra posizioni e tesi diverse e di cogliere gli elementi positivi di ciascuna di esse. Questa 'sottigliezza' smithiana, il rifiuto di tesi nette e prive di qualificazioni e sfumature, rende allo stesso tempo difficile e interessante il lavoro d'interpretazione delle sue opere. (da ''La ricchezza delle idee'', 2001)
*Sul piano pratico, [[Adam Smith|Smith]] raccomandava la progressiva eliminazione delle barriere e dei vincoli all'attività economica che provenivano dall'epoca feudale e dalle politiche mercantilistiche. Il [[liberismo]] di Smith va inteso appunto in questo senso e non, come spesso si sostiene, nel senso di un atteggiamento passivo o inerte della pubblica autorità - governo e parlamento - nell'attività economica. (da "Il Pensiero Economico. Temi e Protagonisti")
*Il [[progresso]] non è automatico, è solo possibile: sta a noi realizzarlo. Se non ci diamo da fare, le forze automatiche del [[mercato]] con ogni probabilità ci porteranno in direzione diversa: non necessariamente verso la crescita economica, ma molto probabilmente verso un rafforzamento delle spinte corporative e il peggioramento della morale civica, sicuramente verso un aumento delle disuguaglianze sia economiche che nella dislocazione del potere politico. Sta a noi guidare il mercato in una direzione che sia allo stesso tempo civile, umana e rispettosa dell'[[ambiente]]. E questo significa avere chiaro cos'è il mercato: non un deus ex machina, una mano invisibile alla quale affidarsi passivamente, ma un'istituzione complessa, all'interno della quale vi è uno spazio assai vasto per l'intervento politico consapevole, diretto a realizzare simultaneamente giustizia sociale e libertà. (da "Il mito della mano invisibile")
*Non è vero che gli economisti non hanno previsto la [[crisi]]. Quelli che non l’hanno prevista sono gli economisti mainstream, i sostenitori del Washington consensus. Le preoccupazioni degli economisti ‘eterodossi’ che avevano previsto la crisi, non hanno trovato sbocco nei giornali, in Italia spesso controllati dai grandi gruppi finanziari, o nelle principali pubblicazioni accademiche, controllate in un circolo chiuso di valorizzazione reciproca da esponenti mainstream. (da Economisti che sbagliano. Le ragioni culturali della crisi)
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