E. M. Forster: differenze tra le versioni

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*Se è facile raccontare la vita, ben più difficile è viverla, e siamo tutti dispostissimi a chiamare in causa «i nervi», o qualsiasi altra parola d'ordine che serva a occultare i nostri desideri. Lucy amava Cecil; George la rendeva nervosa; s'incaricherà il lettore di spiegarle che i termini delle due frasi avrebbero dovuto essere invertiti? (cap. 14, 1994, p. 132)
*«La quantità di gentilezza disponibile è limitata, proprio come è limitata la quantità di luce», continuò George in tono misurato. «Ovunque ci troviamo, noi proiettiamo un'ombra su qualcosa, ed è inutile spostarsi continuamente da un posto all'altro per migliorare le cose, perché l'ombra ci viene dietro. Bisogna scegliere un posto dove non si fa danno, e rimanerci ben saldi, affrontando la luce del sole.» (cap. 15, 1994, p. 139)
*«È perchè la gioventù e l'amore contano intellettualmente.» (cap. 16, 2008, p. 187)
*– C'è una certa quantità di gentilezza nel mondo così come c'è una determinata quantità di luce – continuò George in tono pacato – Si fa ombra su qualcosa quando si sta in piedi e non serve muoversi da una parte all'altra per salvare le cose. L'ombra ci segue sempre. Scegliere un luogo dove non si possa fare del male... sì, scegliere un posto nel quale non possiamo fare troppo male e rimanervi, per quanto vi riesce, di fronte al sole. (1954, p. 188-189)
*Non era il caso di pensare, né di provare dei sentimenti. Lucy smise di cercare di capire sé stessa, e si unì alle vaste schiere degli ottenebrati, che non seguono né il cuore né il cervello, e marciano verso il loro destino sotto l'insegna di una parola d'ordine. Queste schiere sono gremite di persone caritatevoli e pie, che però si sono arrese all'unico nemico che conta veramente – il nemico interiore. Hanno peccato contro la passione e la verità, e ogni loro affannosa rincorsa di una verità sarà vana. Col passare degli anni, diventano oggetto di critiche. La loro carità e la loro pietà mostrano delle crepe, il loro acume diventa cinismo, la loro generosità ipocrisia; dovunque vadano non producono che malessere. Hanno peccato contro Eros e contro Pallade Atena, e non sarà grazie a un intervento celeste, bensì grazie al normale corso della natura che quelle divinità alleate otterranno vendetta. (cap. 17, 1994, p. 159)