Costanzo Preve: differenze tra le versioni

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*Il recupero della [[filosofia]] significa recupero dello spirito filosofico. Il sistema [[capitalismo|capitalistico]] è talmente violento, anche se si presenta apparentemente come tollerante e liberale, che la gente cerca istintivamente il contrario. Lo spirito filosofico risponde a questa esigenza quasi sempre inespressa di conversazione e di comunicazione, che poi è anche il solo possibile antidoto alla perversa dialettica fra rassegnazione apparente e scoppio improvviso di rabbia repressa, che tutti gli osservatori possono riscontrare nei posti di lavoro, nelle discoteche e negli stadi. (da ''Verità filosofica e critica sociale'', p. 78)
*Il relativismo storico, nella sua battaglia ideologica contro il tradizionalismo, il conservatorismo ed il cosiddetto «pensiero di destra», propugna in generale una concezione prometeica, in cui la malleabilità illimitata della natura umana socialmente condizionata è vista come il prerequisito di una creatività onnilaterale. Ma qui si nasconde un tranello in quanto purtroppo Prometeo e il Grande Fratello abitano nello stesso appartamento. Il presupposto della creatività illimitata è filosoficamente affine, contiguo e omologo al presupposto della manipolazione illimitata. Creatività illimitata e manipolazione illimitata vivono sotto lo stesso tetto. A differenza di come credono ingenuamente i relativisti sociologistici (quelli per cui «la società ha la colpa di tutto»), la sola garanzia contro la possibilità della manipolazione illimitata politica e sociale sta nella resistenza innata della natura umana. (da ''Individui liberati, comunità solidali'', pp. 11-12)
*La mia tesi di fondo è che [[Borghesia]] e [[Proletariato]] non sono classi strutturali e permanenti dell’intero corso storico del modo di produzione capitalistico, ma solo classi genetiche, iniziali e provvisorie di esso. Nell'attuale età del capitalismo esse sono nell’essenziale già tramontate, e senza comprendere la dinamica del loro tramonto non è possibile neppure impostare il problema della natura di una crisi culturale. A mio parere siamo infatti oggi in un’età post-borghese e post-proletaria. Ritengo invece di dover usare la dicotomia di Dominanti e Dominati. Mi si potrebbe obbiettare che si tratta di una dicotomia tautologica e generica, che peggiora anziché migliorare la dicotomia precedente. Non lo credo. Non si tratta di fare il giochetto verbale di continuare a chiamare "borghesia" i dominanti capitalisti e "proletariato" i dominati salariati. Si tratta di comprendere che, in mancanza di una credibile terminologia scientifica ammessa da tutti, è meglio fare un passo indietro e limitarci a chiamare Dominanti e Dominati gli agenti storici attivi e passivi della riproduzione sociale complessiva del modo di produzione capitalistico. Almeno ci sottrarremo agli inganni del linguaggio consueto, quelli che Bacone chiamava idola fori.<ref name = terza>daDa [http://www.petiteplaisance.it/ebooks/1031-1060/1038/el_1038.pdf ''La crisi culturale della terza età del capitalismo. Dominanti e dominati nel tempo della crisi del senso e della prospettiva storica''] petite plaisance, 2010.</ref>
*La [[natura]] esterna a noi è limitata, perché la terra è rotonda, e non è inesauribile. Allora, se la natura è limitata, ed il capitale è illimitato, ci sarà o non ci sarà una contraddizione fra la natura limitata delle risorse non rinnovabili e la natura illimitata della norma di accumulazione del [[capitale]]? Per quanto mi riguarda ho già risposto: possono essermi antipatici i catastrofismi lagnosi, i pauperismi moralisti, eccetera, ma questo non è il punto principale. Il punto principale è che la teoria della [[decrescita]] può non essere condivisa, ma è legittima, e l'ecologismo è parimenti legittimo.<ref>Da ''[http://www.ripensaremarx.it/Preve_intervista_sul_marxismo.pdf Intervista politico filosofica a Costanzo Preve]'', ''ripensaremarx.it''.</ref>
*L'[[antifascismo]] è allora attuale? Ma certo che no! L'antifascismo è stato una cosa serissima (cui personalmente aderisco retrospettivamente, nel modo del tutto virtuale in cui aderisco alla causa dei Gracchi contro gli optimates, di Spartaco contro Crasso, dell'ultimo imperatore bizantino contro Maometto II nel 1453 ecc.), ma dopo il 1945 è sopravvissuto come uno zombie come pura e semplice risorsa ideologico-simbolica, e tuttora sopravvive come risorsa dell'impero americano per la sua guerra asimmetrica contro il terrorismo "islamofascista", la baffute dittature fasciocomuniste ecc. Chi è tanto cretino da non averlo capito ancora capito ci faccia sopra un pensierino, perché – come diceva il titolo di una benemerita trasmissione televisiva per adulti analfabeti – "non è mai troppo tardi". (da ''La quarta guerra mondiale'', pp. 80-81)
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*Occorre evitare un tipico errore filosofico, in cui cadono tutti gli storicisti: la confusione tra genesi particolare (Genesis) e validità universale (Geltung). L'abolizione della tortura, ad esempio, ha certamente avuto una genesi storica particolaristica, perché la nuova classe borghese, a differenza della vecchia classe feudale, non era più interessata a mantenere l'ordine tagliando a pezzi i corpi dei ribelli, ma era invece interessata a nuove forme di disciplinamento produttivo, modellate sul nuovo sistema di fabbrica (factory system). Da qui, il conseguente "incivilimento" delle pene ed anche il nuovo processo penale, non più inquisitorio, quindi senza tortura, dal momento che non dovevano più esserci schiavi della gleba, ma solo uomini formalmente eguali. Nello stesso tempo, l'abolizione della tortura, pur essendo "borghese" ed avendo così una genesi storica particolare, aveva però anche una validità universale, in quanto si avvicinava maggiormente ad un ideale di umanità civilizzata e pacifica. (da ''Il popolo al potere'', p. 190)
*Per l'[[omosessualità]] distinguerei fra omosessuale e ''gay'', sebbene io sappia che le parole si sovrappongono. Il diritto dell'omosessuale a vivere il suo rapporto socialmente accettato e anche garantito da forme giuridiche di reversibilità testamentarie e altro, per me deve essere sostenuto e bisogna condurre quindi una battaglia culturale anti omofoba. Quanto al ''gay pride'' e altre manifestazioni io credo che siano forme di spettacolarizzazione della politica che alla fine provocano inutilmente soltanto reazioni fascistoidi e feroci della parte più ignorante, intollerante e stupida della società. Non la giustifico, naturalmente, ma non vedo perché bisogna provocarla a tutti i costi. Non credo che le manifestazioni tipo ''gay pride'' aiutino l'emancipazione degli omosessuali, ma tendono a porre delle specie di show provocatori di tipo anglosassone che sono totalmente incorporate nella società dello spettacolo. Io credo che bisogna avere il coraggio di dire anche questo; la sinistra questo coraggio non ce l'ha perché ha introiettato la paura del politicamente corretto e questo non serve a nessuno.<ref>Dall'intervista di Franco Romanò, ''[http://www.petiteplaisance.it/ebooks/1031-1060/1057/el_1057.pdf Apriamo i sigilli]'', Torino, 2009.</ref>
* Per poter giungere alla conoscenza veritativa di ciò che è, ed è eternamente, bisogna prima necessariamente cominciare e passare dalla corretta comprensione della natura complessiva del nostro tempo appreso nel pensiero.<ref>Da ''[http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=21620 La fusione del circo mediatico, dei ceti politici e degli apparati ideologici universitari]'', ''Arianna Editrice – Il Ponte'', ottobre 2008.</ref>
*Se è vero che l'implosione del senso e della prospettiva caratterizza l'attuale terza età del capitalismo, che non solo ha vinto contro le due critiche sociale ed artistica, ma ha stravinto e dunque vinto troppo, allora i giovani sono le prime vittime. I giovani infatti vivono di senso e di prospettiva. Questo fu detto molto bene dai romantici, e da [[Johann Gottlieb Fichte|Fichte]] in particolare. La trasformazione dei [[giovinezza|giovani]] in un gruppo consumistico generazionale è effettivamente una preoccupante novità storica. Se gli insegnanti notano nel mondo intero una caduta delle capacità logiche degli studenti, questo è dovuto al fatto che ormai il general intellect capitalistico ha raggiunto un tale livello di incorporazione anonima di conoscenze da avere sempre meno bisogno di una famiglia in cui si parli e di una scuola in cui si ragioni. La questione giovanile è dunque storica e filosofica, non psicologica e pedagogica. I giovani devono tornare ad avere senso e prospettiva. Allora, si vede subito che recuperano d'incanto capacità logiche, espressive ed emozionali.<ref name= terza />
*Tutto ciò che il sistema dei media unificato demonizza come populista e razzista deve essere considerato non come buono ''a priori'', ma almeno interessante.<ref>Da ''[http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=43136 Il politicamente corretto e l'occidentalismo imperiale]'', ''Arianna Editrice'', aprile 2012.</ref>