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*Io credo invece che la possibilità di espansione in Occidente sia apparsa ad [[Alessandro Magno|Alessandro]] già agli inizi del suo regno, prima della spedizione asiatica, con la presa di coscienza del vuoto di potenza causato in tutto il mediterraneo occidentale dalla caduta di quella che era stata «''la più grande dinastia di [[Europa]]''», la [[tiranno|tirannide]] [[Siracusa|siracusana]].
*[[Isocrate]], che negli anni immediatamente anteriori al 367, aveva rivolto allo stesso [[Dionisio I di Siracusa|Dionigi I]] una lettera per invitarlo a prendersi cura di utti i Greci, aveva proposto all'imitazione di [[Filippo II di Macedonia|Filippo]] nel 346 l'esempio del tiranno, «''la cui potenza per terra e per mare era tale quale nessuno degli uomini prima di lui aveva avuto''».
*Alessandro, che aveva presentato la sua guerra contro la Persia come una vendetta dell'invasione di Serse e dei templi da lui devastati in [[Grecia]], poteva così atteggiarsi, con la presa di Tiro, come il vendicatore contro i [[Cartagine|Cartaginesi]] dei Siracusani e degli altri Greci d'Occidente. E'È interessante come questo significato, oscurato da quasi tutta la tradizione storiografica su Alessandro, fu dato all'episodio dal massimo storico siceliota, il contemporaneo Timeo, secondo cui Tiro cadde nel giorno e nell'ora in cui l'Apollo di [[Gela]] era stato rapito dai Cartaginesi...
*Nella stessa estate... quando, prima di inoltrarsi verso la Media, Alessandro lasciò ad Arpalo la custodia dei [[tesoro|tesori]] reali nella rocca di Ecbatana, gli ordinò anche di fornirgli, secondo una notizia di Onesicrito conservata da [[Plutarco]], i libri di cui aveva bisogno... rende particolarmente interessante la presenza fra questi libri (insieme alle tragedie di [[Eschilo]], di [[Sofocle]] e di [[Euripide]]) dell'opera di Filisto, lo storico e collaboratore di Dionigi I e Dionigi II, e dei ditirambi di Teleste o di Filosseno, vissuti anch'essi alla corte di [[Siracusa]]. Colpisce soprattutto la scelta di Filisto, di cui la tradizione timaica afferma che «''era più amico della tirannide che del tiranno''».
*In uno e nel più grave di questi conflitti, quello del 327 per la ''proskynesis'', che porterà all'arresto e alla morte di Callistene e alla rottura di Alessandro con [[Aristotele]], l'interlocutore e l'oppositore di Callistene sulla via del potere assoluto è un certo Creone «''ex [[Sicilia]] non ingenii solum, sed etiam nationis vitio adulator''».