Eric Hobsbawm: differenze tra le versioni

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La fine della cultura
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===[[Incipit]]===
E stiamo qui come su una pianta oscura, percorsa da allarmi confusi di lotta e di fuga, dove eserciti ignari si scontrano nella notte|testo1|Epigrafe di Matthew Arnold all'inizio della Prefazione}}
Questo è un libro su quello che è accaduto all'arte e alla cultura della società borghese dopo quella società se n'è andata con la generazione post 1914 per non tornare mai più. E in particolare su un aspetto dell'enorme cambiamento globale che l'umanità ha vissuto a partire dal Medioevo, terminato all'improvviso negli anni '50 del Novecento per l'80 per cento del pianeta - negli anni '60 per tutti gli altri - quando le regole e le convenzioni che avevano governato le relazioni umane si erano logorate visibilmente. Di conseguenza, è anche un libro su un'epoca della storia che ha perso l'orientamento e che nei primi anni del nuovo millennio, guarda avanti, con più ansiosa perplessità di quanto io ricordi nella mia lunga vita, senza una guida e una bussola, a un futuro inconoscibile.
===Citazioni===
*Ho iniziato la mia vita intellettuale a scuola a Berlino, all'età di 15 anni con il Manifesto del partito comunista di Marx ed Engels. ''(cap.1 - Manifesti)''
*Ciò che caratterizza le arti del nostro secolo è la loro dipendenza da una rivoluzione tecnologica storicamente unica - in particolare le tecnologie della comunicazione e della riproducibilità - e la trasformazione che esse hanno subito in seguito a tale rivoluzione. ''(cap 2 - Dove vanno le arti?)''
*La società dei consumi pare considerare il silenzio un crimine. ''(cap. 2)''
*I computer e internet in pratica stanno distruggendo il copyright come pure il monopolio del produttore {{NDR|di musica e di letteratura}}, e di conseguenza avranno probabilmente un effetto negativo sulle vendite. (cap. 2)