Klaus Mann: differenze tra le versioni

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==''La svolta''==
*Quando si è assaggiato il fascino e il conforto della grande [[letteratura]], se ne vuole sempre di più.<ref>Citato in [[Daniel Pennac]], ''Come un romanzo'', traduzione di Yasmina Melaouah, Feltrinelli, 2003<sup>6</sup>.</ref> (da ''Educazione (1920-1923)''), p. 70)
*L'antitesi tra l'eroe e il santo si innalzò davanti a me attraverso lui e il suo dramma. Egli era l'eroe santo, ribelle e martire a un tempo. Prometeo e Cristo, Dioniso e il Crocifisso. Egli era l'uomo compiuto. La gioventù vuole pregare e adorare. L'immagine di [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] fu sempre sopra il mio letto, un ritratto del tempo della demenza, colla tragica fronte oscurata, lo sguardo del martire, già lontano, affisato al nulla, all'infinito. Quel capo che cade in avanti che cos'ha in comune colla belva bionda, col Superuomo? È il figlio dell'uomo, tormentato, ferito. ''Ecce Homo''. (da ''Educazione (1920-1923)''), p. 93)
*La putredine o la stanchezza di uno degli elementi di cui consta l'Europa sempre la si poté correggere o compensare. Allorché Roma vien meno alla sua missione, ecco sorgere Lutero. Se l' ''ancien régime'' è diventato uno scandalo insopportabile, ecco qua a porvi rimedio un Cromwell, un Robespierre! Quando la rivoluzione ha compiuto il suo ciclo, spunta un Bonaparte. La lotta tra papa e imperatore durante il Medioevo, la controversia tra protestantesimo e cattolicesimo nei secoli XVI e XVII, le grandi rivalità tra gli Stati nazionali del XVIII e del XX, questo perpetuo flusso di tensioni e riconciliazioni, questo giuoco dialettico delle forze concorrenti e complementari è la vera fonte della forza dell'Europa e della sua capacità di resistenza. (da ''Alla ricerca della strada buona (1928-1930)''), p. 180)
*Guai alla terra, guai alla cultura europea se una delle sue componenti avesse potuto assurgere a permanente incondizionata egemonia! Il permanente predominio di uno dei suoi elementi avrebbe significato la rovina e il dissolvimento del tutto. L'armonia dell'Europa riposa sulle dissonanze. La legge immannente della struttura, dell'essenza del genio europeo vieta l'uniformità nel continente. Mettere l'Europa a un unico denominatore - sia esso tedesco, russo o americano - vorrebbe dire uccider l'Europa. (da ''Alla ricerca della strada buona (1928-1930)''), p. 180)
*Il suo esempio mi provava che era possibile accogliere in sé una magnifica varietà di impulsi e di tradizioni contraddittorie senza per questo cadere nell'anarchia; che esiste un'armonia in cui le dissonanze si compongono, senza dissolversi, senza cessar d'esistere. Questa sempre minacciata e sempre riconquistata armonia che ammiravo in [[André Gide|Gide]] non corrispondeva forse all'equilibrio precario della mentalità europea che si sviluppa attraverso i secoli affermandosi pur attraverso tutte le crisi e le minacce? Sì il poeta delle ''Nourritoures terrestres'', delle ''Caves du Vatican'' e dei ''Faux monnayeurs'' rappresentava per me il «buon europeo per eccellenza». (da ''Alla ricerca della strada buona (1928-1930))'', pp. 198-199)
*Il delizioso ''Flauto magico'', non lo sfrenato ''Crepuscolo degli dèi'' anticipa lo stile del dramma musicale dell'avvenire: dato che ci sia per noi un avvenire, con drammi, musiche e stile...Per metà umanistico poema didascalico, per metà mascherato barocco, ''raisonnable'' pur nel capriccio, nobile anche nei suoi lazzi, possa il capolavoro di [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]], nella sua iridescente compostezza e sovrana innocenza, col suo splendore, la sua grazia, i suoi presentimenti essere dalle venture generazioni amato, compreso, imitato e forse superato. (da ''La risoluzione (1940-1942)''), pp. 375-376)
 
==Note==