Klaus Mann: differenze tra le versioni

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*[...] il tradimento di [[Gottfried Benn|Gottfried Benn]] (non ci posso credere). L'antipatia intellettualmente giustificata e anche comprensibile che prova per un marxismo un po' rozzo ([[Alfred Döblin|Döblin]], [[Bertold Brecht|Brecht]] forse l'ha portato necessariamente al fascismo. Seduzione dell'elemento mistico. Prima l'«eterna lotta» – poi Hitler. (da ''Nota di diario del 2 maggio 1933'', Olanda, p. 118)
 
*[...] letto: ''[[La volontà di potenza|Volontà di potenza]]''. (Rassicurante grande impressione. Il segreto di questo stile: la tensione febbrile, nervosissima in questa – furia. L'arditezza furente della critica morale.«La filosofia ha poco a che fare con la virtù.» Più grandioso di tutti: l'aforisma 419, nostalgia per i greci, odio per [[Martin Lutero|Lutero]], tutta la filosofia tedesca come nostalgia, un protendersi ''verso i greci'' – «Il tipo d'uomo finora tanto rispettato.» Lutero – il «grande non-spirito» Conferma della linea da noi sostenuta: Lutero<ref>Ne ''La svolta'', Klaus Mann dà una valutazione positiva all'opera riformatrice di Lutero: «La putredine e la stanchezza di uno degli elementi di cui consta l'Europa sempre la si poté correggere o compensare. Allorché Roma vien meno alla sua missione, ecco sorgere Lutero [...] questo perpetuo flusso di tensioni e riconciliazioni, questo gioco dialettico delle forze concorrenti e complementari è la vera fonte della forza dell'Europa e della sua capacità di resistenza.» (p. 180).</ref> e Hitler. [[Stefan George|George]] sta dall' ''altra'' parte.) (da ''Nota di diario del 14 agosto 1933, Zandvoort'', p. 150)
*Il materialismo dialettico «cristallino>> eliminerà totalmente il «mito>>. Ma eliminerà anche la MORTE? Fino allora rimane il mistero − e Dio. (da ''Nota di Diario del 24 Luglio 1934'', Olanda, p. 206)
*{{NDR|Sul rapporto tra poesia e impegno politico}} La [[poesia]] come semplice funzione sociale – mentre essa è anche la funzione misteriosa in assoluto non più legata a uno scopo. Essa non può essere dedicata solo a interrogativi come: collettivizzazione dell'agricoltura ecc. per quanto importanti. I suoi temi inesauribili rimangono pur sempre: l'amore, la solitudine dell'individuo, la morte come enigma, speranza, ultima felicità. [...] Il lutto, sentimento primario di chi vive, qui<ref>Klaus Mann partecipò nel 1934 al I Congresso degli scrittori sovietici (Mosca 17 luglio-I settembre 1934).</ref> disfattismo. Si può obiettare – e si obietta – questo durerà il tempo della lotta antifascista ecc. Alcuni però in ''ogni'' lotta rimangono attenti a quelle cose che certo sono più che interessi capitalistici mascherati. Per questa generazione ottimista un giorno verrà scritto un ''Werther''. (da ''Nota di diario del 29 agosto 1934, Helsingfors, Hôtel Kämp'', pp. 220-221)
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==''La svolta''==
*Quando si è assaggiato il fascino e il conforto della grande [[letteratura]], se ne vuole sempre di più.<ref>Citato in [[Daniel Pennac]], ''Come un romanzo'', traduzione di Yasmina Melaouah, Feltrinelli, 2003<sup>6</sup>.</ref> (da ''Educazione (1920-1923)''), p. 70)
*L'antitesi tra l'eroe e il santo si innalzò davanti a me attraverso lui e il suo dramma. Egli era l'eroe santo, ribelle e martire a un tempo. Prometeo e Cristo, Dioniso e il Crocifisso. Egli era l'uomo compiuto. La gioventù vuole pregare e adorare. L'immagine di [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] fu sempre sopra il mio letto, un ritratto del tempo della demenza, colla tragica fronte oscurata, lo sguardo del martire, già lontano, affisato al nulla, all'infinito. Quel capo che cade in avanti che cos'ha in comune colla belva bionda, col Superuomo? È il figlio dell'uomo, tormentato, ferito. ''Ecce Homo''. (da ''Educazione (1920-1923)'', p. 93)
*La putredine o la stanchezza di uno degli elementi di cui consta l'Europa sempre la si poté correggere o compensare. Allorché Roma vien meno alla sua missione, ecco sorgere Lutero. Se l' ''ancien régime'' è diventato uno scandalo insopportabile, ecco qua a porvi rimedio un Cromwell, un Robespierre! Quando la rivoluzione ha compiuto il suo ciclo, spunta un Bonaparte. La lotta tra papa e imperatore durante il Medioevo, la controversia tra protestantesimo e cattolicesimo nei secoli XVI e XVII, le grandi rivalità tra gli Stati nazionali del XVIII e del XX, questo perpetuo flusso di tensioni e riconciliazioni, questo giuoco dialettico delle forze concorrenti e complementati è la vera fonte della forza dell'Europa e della sua capacità di resistenza. (da ''Alla ricerca della strada buona (1928-1930))'', p. 180
*Guai alla terra, guai alla cultura europea se una delle sue componenti avesse potuto assurgere a permanente incondizionata egemonia! Il permanente predominio di uno dei suoi elementi avrebbe significato la rovina e il dissolvimento del tutto. L'armonia dell'Europa riposa sulle dissonanze. La legge immannente della struttura, dell'essenza del genio europeo vieta l'uniformità nel continente. Mettere l'Europa a un unico denominatore - sia esso tedesco, russo o americano - vorrebbe dire uccider l'Europa. (da ''Alla ricerca della strada buona (1928-1930)'', p. 180)
*Il delizioso ''Flauto magico'', non lo sfrenato ''Crepuscolo degli dèi'' anticipa lo stile del dramma musicale dell'avvenire: dato che ci sia per noi un avvenire, con drammi, musiche e stile...Per metà umanistico poema didascalico, per metà mascherato barocco, ''raisonnable'' pur nel capriccio, nobile anche nei suoi lazzi, possa il capolavoro di [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]], nella sua iridescente compostezza e sovrana innocenza, col suo splendore, la sua grazia, i suoi presentimenti essere dalle venture generazioni amato, compreso, imitato e forse superato. (da ''La risoluzione (1940-1942)'', pp. 375-376)