Pietro Ichino: differenze tra le versioni

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'''Pietro Ichino''' (1949 – vivente), giurista, giornalista e politico italiano.
 
*{{NDR|A proposito di [[Renato Brunetta]]}} Ha avuto il merito di mette­re a fuoco un problema cruciale per il nostro Paese, e di affron­tarlo di petto; e anche il merito di accogliere alcune proposte importanti del Pd. In molti casi, però, ha preferito l'effetto-annuncio e il grande impatto mediatico rispetto al la­voro paziente e meditato di tes­situra. (citato<ref>Citato in ''[http://www.corriere.it/politica/09_maggio_15/brunetta_roncone_roncone_a241fb98-4120-11de-8b5d-00144f02aabc.shtml Corriere della sera]'', 15 maggio 2009).</ref>
*{{NDR|Rivolgendosi a Mattero Renzi ed al suo [[Governo Renzi|Governo]] il giorno del discorso progragammatico.}} La novità di questo Governo deve consistere nel dimostrare - ma nei fatti, non a parole - che la mobilità, la flessibilità delle strutture, anche di quelle pubbliche, può essere conciliata con la sicurezza economica e professionale di chi vi è addetto, a patto, naturalmente, che a nessuno sia consentito di decidere quali tra le proprie mansioni svolgere e quali no (lo dico, in particolare, in riferimento a una parte del personale ATA della scuola, che ha stabilito, motu proprio, che sia affidata a terzi la funzione della pulizia delle aule che invece è sua propria); a condizione che a nessuno sia consentito di rifiutare i percorsi necessari di riqualificazione e mobilità, all'interno di ciascuna struttura, ovviamente, ma anche tra amministrazioni diverse. Questo - le segnalo - è già previsto dalla legge; non occorrono leggi: è previsto dall'articolo 33 del Testo unico delle norme sul pubblico impiego del 2001, ma da allora, signor Presidente del Consiglio, non si è dato neppure un solo caso di attivazione della procedura di mobilità. In un'amministrazione statale che conta 3,5 milioni di dipendenti, con una grande quantità di squilibri tra scoperture di organico e situazioni di evidente overstaffing, non una procedura di mobilità nell'arco di tredici anni. Noi chiediamo, anzi, se ci è consentito, esigiamo, che il Governo da lei guidato interrompa al più presto questo periodo inammissibilmente lungo di disapplicazione della legge dello Stato.<ref name="seduta 197">Citato in Senato della Repubblica Italiana - XVII Legislatura - [http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=hotresaula&id=1&mod=1393275230000&part=doc_dc-ressten_rs-gentit_cdpdcdmecd&parse=no Resoconto stenografico della seduta n. 197] del 24 febbraio 2014.</ref>
*Dobbiamo dotare l'Italia di un sistema di amministrazioni pubbliche prioritariamente rivolto al servizio del cittadino e non prioritariamente al servizio del propri addetti. Dobbiamo dotare l'Italia di amministrazioni non solo preoccupate - oggi non sono neanche preoccupate - ma anche capaci di ridurre al minimo il costo, la fatica, i mille fastidi imposti ai cittadini che con esse devono interagire.<ref name="seduta 197"></ref>
 
== Note ==
 
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