Paolo Nori: differenze tra le versioni

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*{{NDR|[[Velimir Chlebnikov]]}} È un poeta che non è tanto conosciuto, perché su di lui grava la nomea, diciamo così, di essere un poeta difficile, un poeta per poeti. (da ''[http://www.letteratura.rai.it/articoli/velimir-chlebnikov-poeta-e-matematico/435/default.aspx Velimir Chlebnikov, poeta e matematico]'', ''EaiEdu'', ''letteratura.rai.it'')
*Si dice, di uno che ha molto viaggiato o molto studiato, che ha la mente aperta. Ecco, una persona [[sensibilità|sensibile]], secondo me, è una persona che ha il sentimento aperto, che ha una forte reazione sentimentale a quello che gli succede intorno. Questa persona, se vuole vivere in una società, deve imparare prima di tutto ad essere flessibile. Perché poi quando il sentimento è aperto, poi entra di tutto. Allora, tenere tutto dentro, non si può. Che come ci sono i pensierei talmente ossessivi che se restano nella tua testa ti possono fare impazzire, così ci sono dei sentimenti talmente strazianti che se li tieni dentro ti si apre la pancia. Allora, se sei flessibile, la tua pancia diventa una specie di magazzino, dal quale entrano ed escono continuamente dei sentimenti. (da ''Bassotuba non c'è'', Einaudi Tascabili, 2000, p. 116)
 
==''Bassotuba non c’è''==
*Una volta ho sentito per radio una maestra che diceva che i bambini, a furia di guardare la televisione, si erano quasi convinti che il mondo fosse la televisione. Che quando lei li chiamava — Pedretti! Bergamaschi! — loro non rispondevano, come se stessero guardando la televisione. Come se in nessun modo potessero interferire con le vicende che gli passavan davanti. Io quando ho sentito questa storia ho staccato la spina del televisore e l’ho portato in garage. Di corsa.
 
*Non so, io e Bassotuba non ci siamo mai capiti, ho l’impressione. Io, perlomeno, le cose che mi diceva non le ho mai capite. Per esempio torno a tutto contento con un cd nuovo, John Mayall, jazz blues fusion. Lo metto su e mi dico Senti questa musica come vien dentro bene, nella mia vita. E comincio a muovermi e non posso evitarlo, sto quasi ballando. E più va avanti il disco, più dico Sì, sì, proprio così… Sbuca Bassotuba dalla cucina, dice Bellissimo. Puoi abbassare un pochino?
 
*Che mi farebbe paura la gente, uscire per strada. Che mi sembrerebbe che tutti, vedendomi, pensassero Lo vedi quello lì? Quello cammina come se avesse pubblicato un romanzo che non l’ha cagato nessuno.
 
*Il gatto non mangia. Gli trovo una marca che gli va bene, il giorno dopo non gli piace già più. Niente. Mi tocca buttarla via mezza, la roba per il gatto. Provo a spiegarglielo, che è un momento difficile. Oh, gli dico, non sei mica il gatto di Barilla, cosa ti credi.
 
*Non so se li vedi, in giro per strada, quelli che fan finta. Che han degli occhiali che fan finta di essere dei piloti di jet. O delle scarpe anfibie che fan finta di essere dei marines. O delle camminate che fan finta che tutti li guardano. O delle pettinate che fan finta di essere molto al passo coi tempi. Che non si fermano mai un attimo, a chiedersi magari dove sono, i tempi. Che non gli viene mica in mente, magari, che la storia dei tempi potrebbe essere un’inculata. State, state, al passo coi tempi. Ve ne accorgerete. Io, mi faccio la barba. Anche se nessuno mi dice che sto bene, senza barba, neanche mia mamma. Neanche mio babbo, mi dice che sto bene. Mio babbo mi dice, quando mi vede, Lascia lì di fumare.
 
*Avevo già più di trent’anni, ma l’ho capito solo allora che quando dici quello che pensi, dopo magari la gente non ti parla più insieme.
 
*Io, quando ero piccolo, mi si slacciavano le scarpe continuamente. Anche a vent’anni, mi si slacciavano sempre le scarpe. Anche a venticinque, mi si slacciavano. Anche a trenta. Adesso, mi si slacciavano ancora.
 
*Dopo torno a casa, a mangiare le mele, a farmi la pasta, a scrivere il mio terzo romanzo uguale al secondo. Ascolta, mi dico. Quando eri quasi un esperto di letteratura russa e sovietica, che sentivi parlare di scuole letterarie, pensavi Ma che cazzo dicono, le scuole? L'artefice è solo, pensavi, altro che scuole. Le scuole per i gregari, l'artefice è solo. Com'era Puškin? Solo. Com'era Gogol'? Solo. Com'era Dostoevskij? Solo. Com'era Tolstoj? Solo. Com'era Chlebnikov? Solo. Tu come sei? Solo. Vedi? Adesso scrivi una cosa come l'''Onegin'', o ''le Anime morte'', o ''I demoni'', o ''Anna Karenina'', o ''Fantasmi''.
 
==''I quattro cani di Pavlov''==
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==Bibliografia==
*Paolo Nori, ''Bassotuba non c’è'', Feltrinelli, 2009. ISBN 9788807721045
*Paolo Nori, ''I quattro cani di Pavlov'', Bompiani, 2006. ISBN 8845255751
*Paolo Nori, ''La matematica è scolpita nel granito'', Sugaman, 2011. ISBN 8897318002