Socrate: differenze tra le versioni

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*Ho un'ultima lezione da dare: essi mi devono uccidere perché sappiano quello che hanno fatto. La città dovrà affrontare la propria colpevolezza. (citato in George Steiner, ''Totem o tabù'', in ''Nessuna passione spenta'', p. 152)
 
*Le parole [[falsità|false]] non solo sono cattive per conto loro, ma infettano anche l'anima con il male. (citato in [[Platone]], ''[[Platone#Fedro|Fedro]]'', 91)
*Quel che è sopra di noi, nulla ha che fare con noi<ref>Attribuita anche ad [[Epicuro]].</ref>. (citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 492)
:''Quod supra nos nihil ad nos''.
*Sarebbe ben comprensibile se uno, a motivo dell'irritazione per tante cose sbagliate, per il resto della sua vita prendesse in odio ogni discorso sull'essere e lo denigrasse. Ma in questo modo perderebbe la verità dell'essere e subirebbe un grande danno. (citato in ''[http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2006/september/documents/hf_ben-xvi_spe_20060912_university-regensburg_it.html vatican.va]'')
 
===[[Platone]], ''[[Platone#Fedone|Fedone]]''===
*Che strana cosa sono il piacere e il dolore; sembra che ognuno di loro segua sempre il suo contrario e che tutti e due non vogliano mai trovarsi nella stessa persona.
*{{NDR|[[Ultime parole]]}} Critone, dobbiamo un gallo ad Asclepio, dateglielo, non ve ne dimenticate.
 
===[[Platone]], ''[[Platone#Apologia di Socrate|Apologia di Socrate]]''===
*Io so di non [[sapere]].
*Vada come sta a cuore al dio. Alla legge si obbedisce. Difendersi si deve. (cap. 2)
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*Non dalle ricchezze ma dalle [[virtù]] nasce la [[bellezza]]. La [[ricerca]] porta alla [[verità]]. Un'ingiustizia non va commessa mai neppure quando la si riceve. Ad una persona buona non può capitare nulla di male: né in vita né in morte, le cose che lo riguardano non vengono trascurate dal Dio. Ma ormai è giunta l'ora di andare io a [[morire]] e voi invece a [[vivere]]. Ma chi di noi vada verso ciò che è meglio è oscuro a tutti tranne che al [[Dio]]. (42 a)
 
===[[Platone]], ''[[Platone#Critone|Critone]]''===
*Mio caro Critone, questo tuo zelo sarebbe assai lodevole se fosse conforme a giustizia, altrimenti, più esso è insistente, più è biasimevole. (cap. 6)
*Se noi, prestando orecchio a quelli che non se ne intendono, roviniamo ciò che diventa migliore attraverso un sano esercizio e va, invece, in malora con pratiche dannose, che ne sarà della nostra vita? (cap. 8)
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*Far del male non è per nulla diverso dall'essere ingiusti. (cap. 10)
 
===[[Platone]], ''[[Platone#Gorgia|Gorgia]]''===
*A che genere di uomini appartengo? A quello di chi prova piacere nell'essere confutato, se dice cosa non vera, e nel confutare, se qualcuno non dice il vero, e che, senza dubbio, accetta d'esser confutato con un piacere non minore di quello che prova confutando. Infatti, io ritengo che l'esser confutati sia un bene maggiore, nel senso che è meglio essere liberati dal male più grande piuttosto che liberarne altri. Niente, difatti, è per l'uomo un male tanto grande quanto una falsa opinione sulle questioni di cui ora stiamo discutendo. Se dunque anche tu sostieni di essere un uomo di questo genere, discutiamo pure; altrimenti, se credi sia meglio smettere, lasciamo perdere e chiudiamo il discorso.
*La retorica, dunque, a quanto pare, è artefice di quella persuasione che induce a credere ma che non insegna nulla intorno al giusto e all'ingiusto.
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*Dai potenti vengono gli uomini più malvagi.
 
====[[Diogene Laerzio]], ''[[Diogene Laerzio#Vite dei filosofi|Vite dei filosofi]]''====
===Attribuite===
*[[Conosci te stesso]].<ref>{{NDR|[[Citazioni errate|Citazione errata]]}} Attribuita a molti autori greci antecedenti a Socrate, tale frase divenne uno dei fondamenti della filosofia socratica.<br />Stando a quanto narrano [[Platone]] nel ''Protagora'', [[Marco Tullio Cicerone]] nel ''De oratore'', [[Senofonte]] nei ''Detti memorabili di Socrate'', [[Pausania]] e [[Plutarco]], un giorno i [[w:Sette savi|sette savi]] si sarebbero riuniti a Delfi e avrebbero scritto a lettere d'oro questo motto nel tempio di Apollo. Tuttavia, stando a quanto riporta [[Giuseppe Fumagalli]], sembrerebbe che il reale significato della frase fosse stato frainteso. Tale frase infatti faceva parte di due versi che indicavano le norme etiche da rispettare nel tempio di Apollo. Questo verso, in particolare, invitava semplicemente i visitatori a chiarirsi bene le idee sulla domanda da porre all'oracolo, prima di interrogarlo. Tuttavia già nel IV secolo a.C. i versi non erano più interpretati in tal modo. Vedi anche [[w:Conosci te stesso|qui]].</ref>
:Γνω̃θι σαυτόν.<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/545|513]].</ref>
 
====''[[Diogene Laerzio#Vite dei filosofi|Vite dei filosofi]]''====
*Avendo così pochi [[bisogni]] che meno non si potrebbe, sono vicinissimo agli [[dei]]. (II, 27)
*Diceva che gli altri uomini vivono per mangiare, mentre lui mangiava per vivere. (II, 34)
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*{{NDR|A proposito di [[Platone]]}} Ma tu guarda quante sciocchezze mi fa dire questo giovanotto!
*«Sai dove si vende il pesce?» «Si, al mercato.» «E sai dove gli uomini diventano virtuosi?» «No.» «Allora seguimi»
 
===Attribuite===
*[[Conosci te stesso]].<ref>{{NDR|[[Citazioni errate|Citazione errata]]}} Attribuita a molti autori greci antecedenti a Socrate, tale frase divenne uno dei fondamenti della filosofia socratica.<br />Stando a quanto narrano [[Platone]] nel ''Protagora'', [[Marco Tullio Cicerone]] nel ''De oratore'', [[Senofonte]] nei ''Detti memorabili di Socrate'', [[Pausania]] e [[Plutarco]], un giorno i [[w:Sette savi|sette savi]] si sarebbero riuniti a Delfi e avrebbero scritto a lettere d'oro questo motto nel tempio di Apollo. Tuttavia, stando a quanto riporta [[Giuseppe Fumagalli]], sembrerebbe che il reale significato della frase fosse stato frainteso. Tale frase infatti faceva parte di due versi che indicavano le norme etiche da rispettare nel tempio di Apollo. Questo verso, in particolare, invitava semplicemente i visitatori a chiarirsi bene le idee sulla domanda da porre all'oracolo, prima di interrogarlo. Tuttavia già nel IV secolo a.C. i versi non erano più interpretati in tal modo. Vedi anche [[w:Conosci te stesso|qui]].</ref>
:Γνω̃θι σαυτόν.<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/545|513]].</ref>
 
==Citazioni su Socrate==