Socrate: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
sposto l'unica che qui è definibile "attribuita", le altre qui non le consideriamo tali
Riga 15:
*Sarebbe ben comprensibile se uno, a motivo dell'irritazione per tante cose sbagliate, per il resto della sua vita prendesse in odio ogni discorso sull'essere e lo denigrasse. Ma in questo modo perderebbe la verità dell'essere e subirebbe un grande danno. (citato in ''[http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2006/september/documents/hf_ben-xvi_spe_20060912_university-regensburg_it.html vatican.va]'')
 
===Attribuite===
*[[Conosci te stesso]].<ref>{{NDR|[[Citazioni errate|Citazione errata]]}} Attribuita a molti autori greci antecedenti a Socrate, tale frase divenne uno dei fondamenti della filosofia socratica.<br />Stando a quanto narrano [[Platone]] nel ''Protagora'', [[Marco Tullio Cicerone]] nel ''De oratore'', [[Senofonte]] nei ''Detti memorabili di Socrate'', [[Pausania]] e [[Plutarco]], un giorno i [[w:Sette savi|sette savi]] si sarebbero riuniti a Delfi e avrebbero scritto a lettere d'oro questo motto nel tempio di Apollo. Tuttavia, stando a quanto riporta [[Giuseppe Fumagalli]], sembrerebbe che il reale significato della frase fosse stato frainteso. Tale frase infatti faceva parte di due versi che indicavano le norme etiche da rispettare nel tempio di Apollo. Questo verso, in particolare, invitava semplicemente i visitatori a chiarirsi bene le idee sulla domanda da porre all'oracolo, prima di interrogarlo. Tuttavia già nel IV secolo a.C. i versi non erano più interpretati in tal modo. Vedi anche [[w:Conosci te stesso|qui]].</ref>
:Γνω̃θι σαυτόν.<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/545|513]].</ref>
*{{NDR|[[Ultime parole]]}} O Critone, noi siamo debitori di un gallo ad Asclepio: dateglielo e non dimenticatevene! (da ''[[Platone#Explicit_3|Platone, Fedone]]'')
 
Line 69 ⟶ 66:
*La morte, come mi sembra, altro non è che la separazione di due cose, l'anima e il corpo, l'una dall'altra.
*Dai potenti vengono gli uomini più malvagi.
 
===Attribuite===
*[[Conosci te stesso]].<ref>{{NDR|[[Citazioni errate|Citazione errata]]}} Attribuita a molti autori greci antecedenti a Socrate, tale frase divenne uno dei fondamenti della filosofia socratica.<br />Stando a quanto narrano [[Platone]] nel ''Protagora'', [[Marco Tullio Cicerone]] nel ''De oratore'', [[Senofonte]] nei ''Detti memorabili di Socrate'', [[Pausania]] e [[Plutarco]], un giorno i [[w:Sette savi|sette savi]] si sarebbero riuniti a Delfi e avrebbero scritto a lettere d'oro questo motto nel tempio di Apollo. Tuttavia, stando a quanto riporta [[Giuseppe Fumagalli]], sembrerebbe che il reale significato della frase fosse stato frainteso. Tale frase infatti faceva parte di due versi che indicavano le norme etiche da rispettare nel tempio di Apollo. Questo verso, in particolare, invitava semplicemente i visitatori a chiarirsi bene le idee sulla domanda da porre all'oracolo, prima di interrogarlo. Tuttavia già nel IV secolo a.C. i versi non erano più interpretati in tal modo. Vedi anche [[w:Conosci te stesso|qui]].</ref>
:Γνω̃θι σαυτόν.<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/545|513]].</ref>
 
==Citazioni su Socrate==