Pier Damiani: differenze tra le versioni

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'''Pier Damiani''' o '''Pier di Damiano''' o '''Pietro Damiani''' (Ravenna 1007 – Faenza 1072), teologo, vescovo e cardinale italiano della Chiesa cattolica, che lo venera come santo e di cui è Dottore dal 1823.
 
== La dottrina ==
 
È lo scrittore più prolifico dell'XI secolo e uno degli intellettuali più raffinati. Si conoscono oltre settecento manoscritti contenenti le sue opere, segno della sua grande autorità e diffusione. Damiani scrisse 180 lettere (alcune tanto ampie da essere dei veri e propri trattati, nonostante la forma epistolare); varie opere liturgiche ed eucologiche; sermoni da lui tenuti in varie occasioni; agiografie, cioè vite di santi (tra cui spicca la ''Vita Romualdi'').
Nel suo scritto ''Sull'onnipotenza divina'', ove riprende una discussione avuta con l’abate Desiderio di Montecassino, nella quale sosteneva che Dio può ridare la verginità alle donne che l’avessero perduta, egli prende posizione contro coloro che affermano che Dio non può fare che ciò che è stato non sia stato, non può mutare il passato. Secondo la logica umana, se ciò che è stato è necessario che fosse, ne deriverebbe che tutto ciò che accade nel presente è necessario che accada, così come sarà necessario tutto ciò che avverrà nel futuro. Ma a Dio non si possono attribuire giudizi di necessità "che si riferiscono all’arte dell’enunciare", altrimenti Dio non sarebbe più onnipotente.
Secondo Damiani, Dio
*''"coglie con un solo sguardo tutte le cose in modo che per lui non c’è nulla di passato e di futuro... avendo dato origine alla natura, può anche annullarne la necessità... tali deduzioni dei dialettici non sono applicabili al mistero della potenza divina: si guardino bene dal formulare sillogismi contro le leggi divine e dall’opporre la necessità dei loro ragionamenti alla virtù divina. La stessa esposizione delle Sacre Scritture per mezzo della dialettica umana non deve atteggiarsi arrogantemente a maestra ma deve assecondare riverentemente le Scritture come un’ancella va dietro alla sua padrona, per non smarrirsi andando innanzi a lei e non perdere la via della verità attenendosi all’esteriore legame delle parole".''
Una sola cosa, secondo Pier Damiani, Dio non può fare: il male, perché il male non ha consistenza. È sottintesa la polemica contro la Scuola di Chartres e in particolare contro Ives, l’allievo di Fulberto, che egli avrebbe potuto ascoltare personalmente.
Anche nella ''De sancta simplicitate'' Damiani afferma Dio come volontà pura, oltre la logica umana; Dio non è la deduzione di un sillogismo ma anzi fonte di ogni sillogismo e di ogni ragione, così come la via della salvezza non può essere raggiunta per via scientifica ma attraverso il mistero della redenzione:
*''"L’imperatore Giuliano e il martire Donato studiarono insieme, ma quello si attardò negli studi, e questo seguì le vie della verità; quello scrisse otto libri contro i galilei e questo, disimparando la sapienza, salì al cielo con l’aureola del martirio".''
Come alla filosofia non può essere riconosciuta indipendenza rispetto alla fede, così non può riconoscersi indipendenza all’Impero e alla sfera politica: l’Impero non ha fini distinti da quelli del Papato dal momento che è il papa a consacrare l’imperatore affidandogli con ciò la missione di governare i popoli cristiani, affinché essi pervengano al raggiungimento dei fini religiosi: se egli venisse meno a questa missione, verrebbe meno la natura stessa del suo potere. Sono, in sostanza, le idee di papa Gregorio VII che afferma il primato religioso tanto nella politica che nella cultura. <ref name="test">[http://www.summagallicana.it/lessico/p/Pier%20Damiani%20Santo.htm
], citazione.</ref>
 
==Citazioni su Pier Damiani==
*Un chierico o un monaco che [[Pedofilia|molesta gli adolescenti]] o i giovani, o chi è stato sorpreso a baciare o in un altro turpe atteggiamento, venga sferzato pubblicamente e perda la sua tonsura. Dopo essere stato rasato, venga ricoperto di sputi e stretto con catene di ferro, venga lasciato marcire nell'angustia del carcere per sei mesi. Al vespro, per tre giorni la settimana mangi pane d'orzo. Dopo, per altri sei mesi, sotto la custodia di un padre spirituale, vivendo segregato in un piccolo cortile, venga occupato con lavori manuali e con la preghiera. Sia sottoposto a digiuni, e cammini sempre sotto la custodia di due fratelli spirituali, senza alcuna frase perversa, o venga unito in concilio con i più giovani. Questo [[Omosessualità|sodomita]] valuti a fondo se abbia amministrato bene i suoi uffici ecclesiastici, poiché la sacra autorità giudica questi oltraggi tanto ignominiosi e tanto turpi. Né si lasci tentare affinché non abbia a corrompere nessuno di dietro, né ad unirsi con nessuno fra le cosce, perché [...] sarà sottoposto, e giustamente, a tutti quei turbamenti provocati dal comportamento vergognoso. (da ''Liber Gomorrhianus'', 1049, cap. XVI, traduzione dal latino di Irene Zavattero)
 
*''In quel loco fu' io Pietro Damiano, | e Pietro Peccator fu' ne la casa | di Nostra Donna in sul lito adriano. || Poca vita mortal m'era rimasa, | quando fui chiesto e tratto a quel cappello, | che pur di male in peggio si travasa.'' ([[Dante Alighieri]])
 
* «''Io fui nel mondo quel che tu sei ora; tu sarai quel che io ora sono: non prestar fede alle cose che vedi destinate a perire; sono segni frivoli che precedono la verità, sono brevi momenti cui segue l'eternità. Vivi pensando alla morte perché tu possa vivere in eterno. Tutto ciò che è presente, passa; resta invece quel che si avvicina. Come ha ben provveduto chi ti ha lasciato, o mondo malvagio, chi è morto prima col corpo alla carne che non con la carne al mondo! Preferisci le cose celesti alle terrene, le eterne alle caduche. L'anima libera torni al suo principio; lo spirito salga in alto e torni a quella fonte da cui è scaturito, disprezzi sotto di sé ciò che lo costringe in basso. Ricordati di me, te ne prego; guarda pietoso le ceneri di Pietro; con preghiere e gemiti dì: "Signore, perdonalo" »'' Pietro Peccatore<ref>parole da lui scritte per i visitatori del suo sepolcro</ref>
 
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