Mario Rigoni Stern: differenze tra le versioni

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'''Mario Rigoni Stern''' (1921 – 2008), scrittore italiano.
 
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*{{NDR|Sul [[K2 (caso)|caso K2]]}} Come la gran parte degli italiani non avevo ancora la televisione e fu dalla radio, la mia prima fonte di informazioni, che seppi di Compagnoni e Lacedelli. Fui felicissimo, anche se dopo aver girato l'Europa scossa dalla guerra come soldato e come prigioniero il mio nazionalismo poteva dirsi affievolito. Era una bella impresa e tanto mi bastava. Tuttavia, ripensandoci, una punta di orgoglio nazionalista era emersa in me. Finalmente gli italiani tornavano a farsi sentire! Poi ho seguito sui giornali l'altalena delle polemiche fino al recente documento dei tre saggi voluto dal CAI, e sono sinceramente contento che Bonatti abbia ottenuto quanto da tempo andava chiedendo.<ref>Dall'edizione speciale supplemento a ''[http://www.passionemontagna.it/Edicola/LoScarpone/062004.htm Lo scarpone]'' n. 6 giugno 2004</ref>
*Non ho mai ucciso per uccidere. Ho ucciso per tornare a casa, e per salvare i miei compagni.<ref>Dall'intervista al programma di Rai Tre ''Che tempo che fa'', 2006</ref>
*Un giorno ricevetti una lettera da San Pietroburgo (allora si chiamava Leningrado): di un uomo che, avendo letto il mio libro tradotto in russo, mi scriveva: "so chi mi ha sparato la notte del 26 gennaio. Quando gli Alpini ruppero l'accerchiamento a Nikolajewka. In quella notte ci siamo sparati, ma per fortuna siamo tutti e due vivi".<ref>Dall'intervista al programma di Rai Tre ''Che tempo che fa'', 2006</ref>
*[[Sergej Aleksandrovič Esenin|Sergej Esenin]], il poeta arcangelo-contadino che passò attraverso il bene e il male dell'esistenza per lasciarci un dolce messaggio.<ref name=Esenin>Da ''Arboreto Salvatico'', Einaudi, 2006, p. 50.</ref>
*Ma ci saranno ancora degli innamorati che in una notte d'inverno si faranno trasportare su una slitta trainata da un generoso cavallo per la piana di Marcesina imbevuta di luce lunare? Se non ci fossero, come sarebbe triste il mondo.<ref>Targa apposta sull'Albergo Marcesina, località Marcesina, Altopiano dei Sette Comuni.</ref>
*Domando tante volte alla gente: avete mai assistito a un'alba sulle montagne? Salire la montagna quando è ancora buio e aspettare il sorgere del sole. È uno spettacolo che nessun altro mezzo creato dall'uomo vi può dare, questo spettacolo della natura.<ref name="Ritratti MRS">Citato in ''Ritratti: Mario Rigoni Stern''.</ref>
*La [[memoria]] è necessaria, dobbiamo ricordare perché le cose che si dimenticano possono ritornare: è il testamento che ci ha lasciato [[Primo Levi]].<ref name="Ritratti MRS"/>
*La [[neve]] ti mette tanta malinconia. Io ricordo quando sono nella mia stanza o a casa mia e vedo nevicare, la prima neve d'autunno, è una valanga di ricordi che ti preme il cuore.<ref name="Ritratti MRS"/>
*Ma ci saranno ancora degli innamorati che in una notte d'inverno si faranno trasportare su una slitta trainata da un generoso cavallo per la piana di Marcesina imbevuta di luce lunare? Se non ci fossero, come sarebbe triste il mondo.<ref>Targa apposta sull'Albergo Marcesina, località Marcesina, Altopiano dei Sette Comuni.</ref>
*Non ho mai ucciso per uccidere. Ho ucciso per tornare a casa, e per salvare i miei compagni.<ref>Dall'intervista al programma di Rai Tre ''Che tempo che fa'', 2006</ref>
*Un giorno ricevetti una lettera da San Pietroburgo (allora si chiamava Leningrado): di un uomo che, avendo letto il mio libro tradotto in russo, mi scriveva: "so chi mi ha sparato la notte del 26 gennaio. Quando gli Alpini ruppero l'accerchiamento a Nikolajewka. In quella notte ci siamo sparati, ma per fortuna siamo tutti e due vivi".<ref>Dall'intervista al programma di Rai Tre ''Che tempo che fa'', 2006</ref>
*[[Sergej Aleksandrovič Esenin|Sergej Esenin]], il poeta arcangelo-contadino che passò attraverso il bene e il male dell'esistenza per lasciarci un dolce messaggio.<ref name=Esenin>Da ''Arboreto Salvatico'', Einaudi, 2006, p. 50.</ref>
 
== ''Il sergente nella neve'' ==
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==Citazioni su Mario Rigoni Stern==
*Era uno di questi "larici", in questo mondo di fretta, in questa società dove non c'è più tempo libero per se stessi, non c'è più niente, solo una corsa frenetica, uno spreco di cose, uno spreco di oggetti, senza più equilibri: c'è chi ha troppo, c'è chi ha nulla; lui era l'equilibrio. Rigoni Stern era come la pietà di Michelangelo: io non l'ho mai vista, ma sapere che c'è mi allieta i giorni. Ecco, Rigoni Stern era questo, era l'equilibrio faticoso e duro che ha vissuto lui, ma sereno, di una certa serenità se si toglie la guerra. ([[Mauro Corona]])
*Pochi, pochissimi scrittori, e non soltanto in Italia, hanno la castità e la densità della prosa di Rigoni Stern.<ref>Dall'articolo "Così la storia diventa favola" sulla recensione dell'opera ''L'anno della vittoria'', Corriere della Sera, 4 gennaio 1986.</ref> ([[Giulio Nascimbeni]])
*Dietro il racconto di Rigoni Stern, sembra assurdo, ma si coglie qualcosa dei profondi umori vitali, del fiato epico di [[Tolstoj]].<ref>Dall'articolo "Ritorno del Sergente" sulla recensione dell'opera ''Storia di Tönle'', La Stampa, 29 dicembre 1978.</ref> ([[Lorenzo Mondo]])
*Era uno scrittore grandissimo, aveva la grandezza che hanno i solitari. Quando sono stato presidente del Pen Club italiano è stato il primo italiano che ho candidato al Nobel: era uno scrittore classico, dalla visione lucida e dalla scrittura semplice ma potente; aveva carisma anche come uomo. Aveva un carattere buono e mite, se ne fregava dei convegni e delle società letterarie. ([[Ferdinando Camon]])
*Rigoni Stern si ama perché sa trasmetterci, sempre, l'emozione della vita. Quella che lui ha vissuto, in tempi tragici, fra le nevi della [[Russia]] e il Lager tedesco. Quella che oggi vive, in un mondo ancora vero, nei boschi del suo Altipiano.<ref>Recensione sulla quarta di copertina dell'opera ''Aspettando l'alba e altri racconti''.</ref> ([[Giorgio Calcagno]])
*Rigoni Stern fa risentire quell'eco misteriosa di una lingua che era in noi e che noi abbiamo perduta. ([[Andrea Zanzotto]])