Jean-Luc Godard: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
sistemo (cancello due citazioni non rintracciate)
m struttura; cancello commento
Riga 3:
'''Jean-Luc Godard''' (1930 – vivente), regista, sceneggiatore, montatore e critico cinematografico francese.
 
==Citazioni di Jean-Luc Godard==
*Chi uccide un uomo per difendere delle idee, non difende delle idee, ma uccide un uomo. (dal film ''[[Notre Musique]]'')<ref>Cfr. [[Sebastian Castellion]], ''Contro il libello di Calvino'', Torino, 1964: "Uccidere un uomo non è difendere una dottrina, è uccidere un uomo".</ref>
 
*È ora di smetterla di fare film che parlano di politica. È ora di fare film in modo politico. (citato in A. Farassino, ''Jean-Luc Godard'')
 
*[...] estraendo le inquadrature in questo modo [con il piano-sequenza] si fa a meno del montaggio. Basta metterle una dopo l'altra. I tecnici che hanno visto la proiezione dei "giornalieri" hanno visto più o meno quello che ha visto il pubblico. Inoltre ho girato le scene nell'ordine. Non c'è stato neppure missaggio. Il film è una serie di blocchi. Basta prendere le pietre e metterle una accanto all'altra. Tutto sta nel prendere al primo colpo la pietra giusta. L'ideale per me sarebbe di ottenere subito quel che serve, senza ritocchi. Se ce n'è bisogno vuol dire che il film è sbagliato. L'immediato è il caso. E nello stesso tempo è definitivo. Quello che voglio è il definitivo per caso. {{NDR|a proposito del film ''[[Questa è la mia vita]]''}} (citato in A. Farassino, ''Jean-Luc Godard'')
 
*Il cinema non è un mestiere. È un'arte. Non significa [[lavoro]] di gruppo. Si è sempre soli; sul set così come prima la pagina bianca. E per [[Ingmar Bergman|Bergman]], essere solo significa porsi delle domande. E fare film significa risponder loro. Niente potrebbe essere più classicamente romantico. (da ''Cahiers du cinéma'', luglio 1958)
 
*Io improvviso, forse, ma con dei materiali che risalgono a parecchio tempo fa. Si raccolgono per anni mucchi di cose, e le si mettono tutt'a un tratto in ciò che si fa. [...] I nostri primi film sono stati film di cinefili. Ci si può servire anche di ciò che si è già visto al cinema per fare deliberatamente dei riferimenti. Questo è stato soprattutto il mio caso. Ragionavo in funzione di atteggiamenti puramente cinematografici. Facevo certi piani in rapporto ad altri che conoscevo, di Preminger, Cukor, ecc. D'altronde il personaggio di Jean Seberg prende le mosse da quello di "Bonjour tristesse". Avrei potuto prendere l'ultimo piano del film e legarlo con la scritta "Tre anni dopo"... È da avvicinare al mio gusto della citazione che ho sempre conservato. Perché rimproverarselo? Le persone, nella vita, citano ciò che piace loro. Noi abbiamo dunque il diritto di citare quel che ci piace. Mostro dunque delle persone che fanno delle citazioni: solamente che ciò che citano, faccio in modo che piaccia anche a me. Nelle note in cui metto tutto ciò che piò servire al mio film, metto anche una frase di Dostoiesvski, se mi piace. Perché farsi scrupolo? Se voi avete voglia di dire una cosa, non c'è che una soluzione: dirla. (da ''Entretien avec Jean-Luc Godard'', ''Cahiers du cinéma'', n.° 138, spécial Nouvelle Vague, dicembre 1962)
 
*La cultura è la regola; l'arte è l'eccezione.
:'' La culture, c’est la règle ; l’art, c’est l’exception .'' (citato in Guy Scarpetta, ''[http://www.monde-diplomatique.fr/2007/08/SCARPETTA/15011 Jean-Luc Godard, l'insurgé]'', agosto 2007)
 
*La globalizzazione culturale è una forma di totalitarismo; la tv è totalitarismo, le persone che stanno 4 ore al giorno davanti la tv sono vittime del totalitarismo. [...] le cinematografie nazionali non esistono quasi più. Decenni fa invece sono esistite e sono state il simbolo dell'identità nazionale del loro paese, penso al cinema tedesco prima di Hitler, a quello russo del '17, al cinema italiano e francese del dopoguerra. La scoperta del cinema, per quelli della mia generazione, è stata la Cinemateque di Parigi diretta da Langlois, ci ha fatto vedere film, scoprire altri mondi che pittura e letteratura non ci avevano fatto conoscere. Era la Nouvelle Vague. Ora i tempi sono altri. (dall'intervista presso Cannes 2004 ''[http://www.repubblica.it/trovacinema/detail_articolo.jsp?idContent=272259 Polemico Godard]'', ''la Repubblica'', 18 maggio 2004)
 
*La mia lotta particolare è la lotta contro il cinema americano, contro l'imperialismo economico ed estetico del cinema americano che manda in rovina il cinema mondiale. (dal film ''[[Loin du Viet-nam]]'')
 
*Le macchine producono beni di cui non abbiamo bisogno. Nessuno ha bisogno della [[bomba atomica]] o di un bicchiere di plastica. (dal film ''[[Prénom Carmen]]'')
 
*Noi ci consideravamo tutti, ai "Cahiers du Cinéma", come futuri registi. Frequentare i cineclub e la Cinémathèque era già pensare cinema e pensare al cinema. Scrivere era già fare del cinema, perché tra scrivere e girare c'è una differenza quantitativa e non qualitativa. (da ''Il cinema è il cinema'')
 
*«Non puoi prendere le idee dalla tua testa invece che dagli altri? È come rubare.» «No, perché? È normale, perché il cinema copia la vita. Sai cosa diceva Jean Renoir? Bisognerebbe dare onorificenze alla gente che fa i plagi.» (dal film ''[[Il disprezzo]]'')
 
*Ora ho delle idee sulla realtà, mentre quando ho cominciato avevo delle idee sul cinema. Prima vedevo la realtà attraverso il cinema, e oggi vedo il cinema nella realtà. (da un'intervista del 1964; citato in A. Farassino, ''Jean-Luc Godard'')
 
*{{NDR|Sul "cattivo gusto" dei produttori e sullo "spettatore medio"}} Se deve essere un [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] a fare i film per questo pubblico, la razza degli autentici creatori è destinata a scomparire. (citato in ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/12/21/je-vous-salue-godard.html Je vous salue Godard]'', ''la Repubblica'', 21 dicembre 1985)
 
{{intestazioneint|''Godard a la télé'', |Canal +}}
*La [[televisione]] crea l'oblio, il [[cinema]] ha sempre creato dei ricordi.
*La televisione non è fatta per comunicare, è fatta per trasmettere degli ordini.
*{{NDR|le televisioni}} Vogliono avere degli imperi. Si torna a Carlo Magno, ai grandi imperi. Ieri c'era l'impero di Dario, oggi c'è quello di Berlusconi. Perché non se ne restano a casa loro e cercano di comunicare? Perché non vogliono comunicare. Anzi! L'Europa dell'audiovisivo è il contrario della comunicazione, è il trionfo dell'America.
*{{NDR|nell' ambito di un dibattito sulla prostituzione}} Harris dice che è straordinario poter mostrare una prostituta in televisione, ma io non ci trovo niente di straordinario, dato che se ne vedono in onda parecchie tutti i giorni.[...] Io vedo un'analogia fra pubblicità e prostituzione: in un certo senso, la pubblicità è il pappone e noi le sue puttane [...]: è così, noi non siamo liberi.
 
<!--
 
(Vogliate scusare quello che segue, ma nell'attesa di una mia traduzione ho voluto rassemblare le varie citazioni trovate in http://tapin.free.fr/godard/memoire.html. Se qualcuno conosce il francese e intende aiutarmi nella traduzione faccia pure):
 
"La musique, ça exprime le spirituel, et ça donne de l'inspiration. Quand je suis aveugle, la musique c'est ma petite Antigone, ça aide à voir l'incroyable. [...] J'ai toujours eu envie que [...] la musique puisse prendre le relais au moment ou il n'y a plus besoin de voir l'image, qu'elle puisse exprimer autre chose. Ce qui m'intéresse, c'est de voir la musique, d'essayer de voir ce qu'on entend et d'entendre ce qu'on voit"
 
Ho sempre usato la citazione, voglio dire, non mi sono mai inventato nulla. Ho messo in scena degli elementi che vedevo a partire da annotazioni che prendevo, note che potevano venire da letture, che potevano venire da parole pronunciate da qualcuno; non mi sono inventato niente [...] Al cinema, ciò che trovo interessante, è che non c'è assolutamente nulla da inventare. In questo senso è molto simile alla pittura, [...], si corregge, si posa, si mette insieme, ma non ci si inventa niente "
 
Ecrire, car c'est toujours récrire, ne diffère pas de citer. La citation, grâce à la confusion métonymique à laquelle elle préside, est lecture et écriture ; elle conjoint l'acte de lecture et celui d'écriture."
 
"Moi, j'ai toujours copié des phrases. La première que j'ai dû copier, c'est papa-maman, comme tout le monde. Et l'histoire de la copie et de l'impression, c'est quelque chose qui m'intéresse, justement - je commence à voir une différence que les gens ne voient pas encore, entre "imprimer" et "s'exprimer". [...]. Et je pense qu'il y a une différence entre "expression" qui est "sortir" (il n'y a qu'à reprendre les choses simples), et puis "imprimer" qui est "rentrer" ; et qu'il y a un rapport entre les deux. Et que ce qui permet de communiquer, c'est ressortir quelque chose qui est re-rentré. Ce que moi je fais plus consciemment aujourd'hui et plus visiblement"
 
Ta voix, tes yeux, tes mains, tes lèvres. Nos silences, nos paroles. La lumière qui s'en va, la lumière qui revient. Un seul sourire pour nous deux. Pas besoin de savoir. J'ai vu la nuit créer le jour sans que nous changions d'apparence. O bien aimée de tous, bien aimée d'un seul, en silence ta bouche a promis d'être heureuse. De loin en loin dit la haine, de proche en proche dit l'amour. Par la caresse nous sortons de notre enfance. Je vois de mieux en mieux la forme humaine, comme un dialogue d'amoureux. Le coeur n'a qu'une seule bouche. Toutes les choses aux hasard, tous les mots dits sans y penser. Les sentiments à la dérive. Les hommes tournent dans la ville. Les regards, la parole et le fait que je t'aime, tout est en mouvement. Il suffit d'avancer pour vivre, d'aller droit devant soi vers tous ceux que l'on aime. J'allais vers toi. J'allais vers la lumière. Si tu souris, c'est pour mieux m'envahir. Les rayons de tes bras entrouvraient le brouillard. "
"Notre histoire est noble et tragique
 
Comme le masque d'un tyran
 
Nul drame hasardeux ou magique
 
Aucun détail indifférent
 
Ne rend notre amour pathétique"
 
Ensuite, c'est un extrait de "Nouvelle réfutation du temps" qui est récité par Alpha 60 :
"[Oui, mais, vous savez dans la vie, il n'y a que le présent,] personne n'a vécu dans le passé et personne ne vivra dans le futur"
 
" - Qu'avez-vous éprouvé en traversant les espaces galaxiques ?
 
- Le silence de ces espaces infinis m'a... m'a effrayé. "
 
Qu'est ce que l'art ? Ce par quoi les formes deviennent style a dit quelqu'un.
 
C'est drôle, aujourd'hui tout le monde déteste les français. Moi ch'uis très fier d'être français, mais en même temps, je suis contre le nationalisme. On défend des idées, on ne défend pas des territoires. J'aime la France parce que j'aime Joachim du Bellay, et Louis Aragon. J'aime l'Allemagne parce j'aime Beethoven. Je n'aime pas Barcelone à cause de l'Espagne, mais j'aime l'Espagne parce qu'une ville comme Barcelone existe, ou l'Amérique, parce que j'aime les voitures américaines. Et je n'aime pas les arabes parce que je n'aime pas le désert, ni le colonel Lawrence, encore moins la Méditerranée et Albert Camus,..
 
" Vous n'aimez pas raconter des histoires, vous avez tort, à mon avis. Dickens, Melville, Hammet, c'est bien mieux que ces nouvelles recherches audiovisuelles de la vérité. "
 
Est-ce que vous pensez à la mort quelquefois ? Elle m'a regardé avec un air angoissé et brusquement j'ai eu l'extraordinaire sensation de photographier la mort. Puis tout redevint normal "
 
Si un spectacle est tout écrit, à quoi sert de le filmer ? A quoi sert le cinéma, s'il vient après la littérature"
 
Godard, dans son Introduction à une véritable histoire du cinéma, parle du roman de White :
"Je ne faisais pas de scénario, enfin, ce qui s'appelle scénario, c'est-à-dire le film selon la manière dont il est écrit. Moi je n'ai jamais su, ce n'est pas que je ne veux pas, c'est que je ne sais pas faire ça. Si je savais écrire, je pense que je n'aurais pas envie d'en faire un film après ; je prends des notes pour moi, mais alors des notes ne sont pas suffisantes. Et comme il faut trouver une manière d'écrire alors je me sers le plus souvent d'un roman ou d'un document écrit d'avance. Je peux donc présenter alors quelque chose d'écrit qui pèse un certain poids dans la main des producteurs ou du co-producteur et dire : je vais essayer d'imaginer quelque chose d'après ça. [...] Donc à partir de n'importe quel roman américain, ça dépend de l'humeur, mais il y a toujours quelque chose à inventer. Qu'est ce qu'on appelle un scénario ? Si on appelle un scénario un... ce que les gens appellent une histoire avec un fil conducteur qui commence au début, où il y a un nom d'un personnage, et puis, entre ses personnages, il se passe quelque chose et puis... on se demande ce qui va se passer ensuite, et il y a un certain nombre de rebondissements, d'aventures et à un moment ça peut se terminer et le lecteur n'en demande pas plus, et il est content d'avoir lu ça... alors si on appelle ça un scénario, ce bouquin est un scénario."
 
Le roman de Moravia [Il disprezzo]est un vulgaire et joli roman de gare, plein de sentiments classiques et désuets, en dépit de la modernité des situations. Mais c'est avec ce genre de roman que l'on tourne souvent de beaux films.
 
J'ai gardé la matière principale et simplement transformé quelques détails en partant du principe que ce qui est filmé est automatiquement différent de ce qui est écrit, donc original. Il n'est pas besoin de chercher à le rendre différent, à l'adapter en vue de l'écran, il n'est besoin que de le filmer, tel quel : simplement filmer ce qui était écrit, à quelques détails près, car si le cinéma n'était pas d'abord du film, il n'existerait pas. Mélies est le plus grand mais, sans Lumière, il serait resté dans l'obscurité totale."
 
"Le sujet du Mépris, ce sont des gens qui se regardent, qui se jugent, puis sont des gens qui se regardent et se jugent, puis sont à leur tour regardés et jugés par le cinéma, lequel est représenté par Fritz Lang ; en somme la conscience du film, son honnêteté."
 
J'ai fait plutôt des films, comme deux ou trois musiciens de jazz : on se donne un thème, on joue et puis ça s'organise."
 
La longue citation, très modifiée, de La mise à mort d'Aragon, citation non présentée comme telle et récitée d'une voix monocorde et hachée par Belmondo :
"Peut-être - que je rêve - debout. - Elle me fait penser - à la musique. - Son visage. - On est - arrivés - à l'époque - des hommes doubles - On n'a plus besoin de miroir - pour parler - tout seul. - Quand Marianne dit - "Il fait beau" - Rien d'autre. - A quoi elle pense ? - D'elle je n'ai que cette apparence - disant : - "Il fait beau" - Rien d'autre - A quoi bon - expliquer - ça ? - Nous sommes - faits - de rêves - et - les rêves - sont faits - de nous. - Il fait beau - mon amour - dans les rêves - les mots - et la mort. - Il fait beau - mon amour. - Il fait beau - dans la vie."
 
"Y a dix minutes je voyais la mort partout, maintenant c'est le contraire. Regarde : la mer, les vagues, le ciel... Ah ! La vie est peut-être triste mais elle est toujours belle parce que je me sens libre. On peut faire ce qu'on veut (il zigzague sur la route). A droite, à gauche, à gauche, à droite."
 
l'un des plus grands créateurs de notre temps, qui est bien autre chose que l'«enfant terrible» de la Nouvelle Vague et l'auteur de trois films qui ont ébranlé le cinéma. Godard est un cinéaste pour qui l'art est aussi un combat, une permanente insurrection. Il a bouleversé le langage filmique au point que, désormais, l'histoire du septième art se divise en un avant et un après-Godard.-->
 
==Citazioni su Jean-Luc Godard==
*E Godard, che girava due o tre film all'anno, era l'autore che ci rappresentava meglio, con la sua severità un po' calvinista e la sua capacità di tenere il mondo e quel che scorreva intorno nell'incavo delle sue mani. ([[Bernardo Bertolucci]])
 
==Film==
*''[[Fino all'ultimo respiro (film)|Fino all'ultimo respiro]]'' (1960)