Jean-Luc Godard: differenze tra le versioni

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*Chi uccide un uomo per difendere delle idee, non difende delle idee, ma uccide un uomo. (dal film ''[[Notre Musique]]'')<ref>Cfr. [[Sebastian Castellion]], ''Contro il libello di Calvino'', Torino, 1964: "Uccidere un uomo non è difendere una dottrina, è uccidere un uomo".</ref>
 
*Dimenticare lo sterminio, fa parte dello sterminio. (citato in Guy Scarpetta, ''[http://www.monde-diplomatique.fr/2007/08/SCARPETTA/15011 Jean-Luc Godard, l'insurgé]'', agosto 2007)
 
*È ora di smetterla di fare film che parlano di politica. È ora di fare film in modo politico. (citato in A. Farassino, ''Jean-Luc Godard'')
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*Io improvviso, forse, ma con dei materiali che risalgono a parecchio tempo fa. Si raccolgono per anni mucchi di cose, e le si mettono tutt'a un tratto in ciò che si fa. [...] I nostri primi film sono stati film di cinefili. Ci si può servire anche di ciò che si è già visto al cinema per fare deliberatamente dei riferimenti. Questo è stato soprattutto il mio caso. Ragionavo in funzione di atteggiamenti puramente cinematografici. Facevo certi piani in rapporto ad altri che conoscevo, di Preminger, Cukor, ecc. D'altronde il personaggio di Jean Seberg prende le mosse da quello di "Bonjour tristesse". Avrei potuto prendere l'ultimo piano del film e legarlo con la scritta "Tre anni dopo"... È da avvicinare al mio gusto della citazione che ho sempre conservato. Perché rimproverarselo? Le persone, nella vita, citano ciò che piace loro. Noi abbiamo dunque il diritto di citare quel che ci piace. Mostro dunque delle persone che fanno delle citazioni: solamente che ciò che citano, faccio in modo che piaccia anche a me. Nelle note in cui metto tutto ciò che piò servire al mio film, metto anche una frase di Dostoiesvski, se mi piace. Perché farsi scrupolo? Se voi avete voglia di dire una cosa, non c'è che una soluzione: dirla. (da ''Entretien avec Jean-Luc Godard'', ''Cahiers du cinéma'', n.° 138, spécial Nouvelle Vague, dicembre 1962)
 
*La cultura è la regola; l'arte è l'eccezione.
*L'arte è ciò che vi permette di voltarvi indietro e di rivedere Sodoma e Gomorra senza morire. (citato in Guy Scarpetta, ''[http://www.monde-diplomatique.fr/2007/08/SCARPETTA/15011 Jean-Luc Godard, l'insurgé]'', agosto 2007)
*Dimenticare:'' loLa sterminioculture, fac’est partela dellorègle sterminio.; l’art, c’est l’exception '' (citato in Guy Scarpetta, ''[http://www.monde-diplomatique.fr/2007/08/SCARPETTA/15011 Jean-Luc Godard, l'insurgé]'', agosto 2007)
 
*La cultura è la regola; l'arte è l'eccezione. (citato in Guy Scarpetta, ''[http://www.monde-diplomatique.fr/2007/08/SCARPETTA/15011 Jean-Luc Godard, l'insurgé]'', agosto 2007)
 
*La globalizzazione culturale è una forma di totalitarismo; la tv è totalitarismo, le persone che stanno 4 ore al giorno davanti la tv sono vittime del totalitarismo. [...] le cinematografie nazionali non esistono quasi più. Decenni fa invece sono esistite e sono state il simbolo dell'identità nazionale del loro paese, penso al cinema tedesco prima di Hitler, a quello russo del '17, al cinema italiano e francese del dopoguerra. La scoperta del cinema, per quelli della mia generazione, è stata la Cinemateque di Parigi diretta da Langlois, ci ha fatto vedere film, scoprire altri mondi che pittura e letteratura non ci avevano fatto conoscere. Era la Nouvelle Vague. Ora i tempi sono altri. (dall'intervista presso Cannes 2004 ''[http://www.repubblica.it/trovacinema/detail_articolo.jsp?idContent=272259 Polemico Godard]'', ''la Repubblica'', 18 maggio 2004)