Fernand Braudel: differenze tra le versioni

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'''Fernand Braudel''' (1902 – 1985), storico francese.
 
== Citazioni di Fernand Braudel ==
*...colline di [[Toscana]], coi loro celebri poderi, le ville, i paesi che sono quasi città, nella più commovente campagna che esista.<ref>Da ''Civiltà e imperi del Mediterraneo nell'età di Filippo II'', 1965, p. 49.</ref>
*E [[Napoli]] ha continuato a dare molto all'Italia, all'Europa e al mondo: essa esporta a centinaia i suoi scienziati, i suoi intellettuali, i suoi ricercatori, i suoi artisti, i suoi cineasti.....Con generosità, certo. Ma anche per necessità. Mentre non riceve nulla, o pochissimo, da fuori. L'Italia, secondo me, ha perso molto a non saper utilizzare, per indifferenza, ma anche per paura, le formidabili potenzialità di questa città decisamente troppo diversa: europea prima che italiana, essa ha sempre preferito il dialogo diretto con Madrid o Parigi, Londra o Vienna, sue omologhe, snobbando Firenze o Milano o Roma.<ref name=Corriere>Da ''Corriere della Sera'', 1983; citato in ''[http://www.donnalbina7.it/italiano/parole-braudel-napoli-b&b.htm www.donnalbina7.it]''.{{Ci}}</ref>
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*Non dimentichiamolo, essa {{NDR|Napoli}} sarà l'unica città dell'Occidente, dopo il riflusso dell'Islam, a dare il proprio nome ad un regno; qualcosa di più di una capitale, e l'asserzione di un diritto di proprietà eminente.<ref name=Corriere/>
*Tutti, anche, hanno dovuto fare i conti con questa città enorme, che sfuggiva loro incessantemente e che controllavano solo in apparenza. Ma tutti hanno finito per lasciarsi prendere dal gioco; ed io capisco come Murat abbia cercato disperatamente di salvare il suo trono e di averlo preferito, non senza coraggio, alla propria vita. Quale governo, oggi, sarebbe capace di un simile atteggiamento? Tenere Napoli è correre un rischio, e accettare di pagarne il prezzo. Nessuno, di quei sovrani di ieri, che non abbia dovuto annegare nel sangue di molteplici rivolte; nessuno, neppure, che non abbia lasciato dei rimpianti, nemmeno gli spagnoli, nemmeno i Borboni, che a Napoli hanno ancora i loro seguaci inconsolabili.<ref name=Corriere/>
 
== ''Memorie del mediterraneo'' ==
*Che cosa sarebbe "avvenuto dell'Italia se [[Alessandro Magno|Alessandro]], trascurando l'Asia, avesse diretto la sua spedizione contro l'Occidente?". A una domanda come questa di von Hassel si risponderà sempre che è inutile rifare la storia. Ma non resistiamo alla tentazione di immaginare [[Siracusa]] che, con Alessandro, sarebbe diventata la metropoli del mare Interno, di un [[impero]] [[Grecia|greco]] vincitore allo stesso tempo di [[Roma]] e di [[Cartagine]], allargando fino a noi, occidentali, un ellenismo diretto, senza l'intermediazione e il filtro di Roma. Una guerra che non ha avuto luogo è comunque una guerra persa. La grandezza del mare Interno, già a quell'epoca, si gioca, che lo si voglia o no, nel luogo che fa da cerniera tra i due Mediterranei.
*Nessuno è riuscito a spiegare come Alessandro sia riuscito a conquistare l'impero persiano. Più di ogni altra cosa, è l'apparente facilità di questo successo a costituire un problema.
*Dieci secoli: uno spazio cronologico in cui "quasi tutta la storia della [[Francia]] starebbe comoda". Ora, "dopo dieci secoli, dall'oggi al domani, al primo colpo di sciabola arba, tutto crolla [...] per sempre; la lingua e il pensiero greci, gli schemi occidentali, tutto va in fumo; questi mille anni di storia è come se, localmente, non fossero mai esistiti. Non sono bastati all'Occidente per affondare la seppur minima radice in quel terreno orientale.
*Il numero, per [[Pitagora]] e per i suoi allievi, è in effetti la spiegazione del mondo, come il fuoco per [[Eraclito]].
*E il pensiero greco vola verso di noi, si reincarna ostinatamente, come le anime dei morti che il sacrificio di [[Ulisse]] riportava in vita. Si trova a Mileto, ai tempi dei grandi ioni; a [[Atene]], quando parla [[Socrate]]; a [[Alessandria d'Egitto]], prima di brillare a [[Siracusa]], con [[Archimede]] sarà a [[Roma]], poiché la derisoria riduzione della Grecia a provincia romana (146 a.C.) si conclude con la conquista spirituale del vincitore; sarà un prezioso [[fiore]] di serra a Bisanzio, la seconda Roma; fiorirà di nuovo a [[Firenze]] di [[Lorenzo de' Medici]] e di [[Pico della Mirandola]]. E ancora oggi giunge fino a noi...
*Non è forse un'illusione credere che i grandi uomini tengano il destino nelle loro mani?
*Il dramma delle città greche è in parte quello delle città del Rinascimento italiano. Nessuna - nè Firenze, nè Venezia, nè Genova, nè Milano - ha saputo realizzare l'[[unità d'Italia]].
*Fra greci e persiani si è stabilita, per stanchezza, una specie di coesistenza pacifica e diffidente.
*Nel 280 il re dell'Epiro viene chiamato in aiuto di [[Taranto]]; quando sbarca "con circa trentamila uomini e trenta elefanti", ha già alle spalle un passato favosolo, pieno di avventure: ostaggio ad Alessandria durante la giovinezza, sposato con una principessa egizia, poi padrone di Corcira (Corfù), e per breve tempo dell'intera Macedonia [...] I suoi elefanti portano lo scompiglio nelle legioni romane a Eraclea, durante l'estate del 280; [...] nel 278 sbarca in [[Sicilia]], che probabilmente è la terra dei suoi sogni e delle sue ambizioni [...]
 
==Note==
<references />
 
== Bibliografia ==
*Fernand Braudel, ''Memorie del mediterraneo'', Bompiani 2004.
 
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