Federico Chabod: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Lettera a [[Natalino Sapegno]]}} Il tuo Jacopone mi piace assai assai, ed io ho grande ammirazione per il tuo ingegno, che è così chiaro, limpido, quadrato e saldamente fondato. Un mio amico, a cui ho fatto leggere il volume e ha per te viva simpatia e ammirazione, ti definisce "ingegno aristocratico". Ed è vero: tu hai dell' aristocratico la qualità, la finezza, il senso della misura, la trasparenza e la signorilità; senza i difetti ma anzi con una vigorosa capacità di inquadramento e una forza di pensiero – tanto più mirabili in quanto appunto sanno essere così composte, equilibrate, signorili. E tu mi piaci tanto più, perché vedo in te non il semplice critico di poesia, non solo il raffinato lettore ma l'uomo di pensiero che impedisce al fine lettore di tramutarsi in puro letterato – come invece accade in troppi altri casi... (citato in ''Corriere della sera'', 11 gennaio 2001)
*Non possiamo non essere cristiani, anche se non seguiamo più le pratiche di culto, perché il [[Cristianesimo]] ha modellato il nostro modo di sentire e di pensare in guisa incancellabile; e la diversità profonda che c'è fra noi e gli Antichi, fra il nostro modo di sentire la vita e quello di un contemporaneo di Pericle e di Augusto, è proprio dovuta a questo gran fatto, il maggior fatto senza dubbio della storia universale, cioè il verbo cristiano. Anche i cosiddetti 'liberi pensatori', anche gli 'anticlericali' non possono sfuggire a questa sorte comune dello spirito europeo. (da ''Storia dell'idea d'Europa'', Laterza 2001, p. 162)
 
==''L'Italia contemporanea''==
===Citazioni===
*Voi vedete dunque come nell'ascesa del fascismo giochi un insieme assai complesso d'interessi e di passioni. Interessi di classe molto precisi, da parte di grandi proprietari terrieri che vogliono spezzare la resistenza dei braccianti, e da parte degli industriali. Interessi che si mescolano a passioni e sentimenti: il patriottismo ferito, la paura di una rivoluzione dopo il settembre 1920, il timore del disordine e dell'anarchia: motivi, questi, sentiti anche da coloro che non avrebbero molto da perdere da un cambiamento della struttura sociale. (II, I, II; 1961, p. 66)
*La vera novità è costituita dal fatto che, mentre le dittature del {{maiuscoletto|xix}} secolo facevano appello all'esercito regolare e compivano il «colpo di Stato» con il suo appoggio, quelle del {{maiuscoletto|xx}} secolo, fascista o nazista, si impadroniscono del potere grazie ad una propria organizzazione militare, specialmente approntata e destinata a conservarsi accanto all'esercito regolare. (II, II, I; 1961, p. 80)
*Ci si abitua, e la forza dell'abitudine è grande; essa porta ad accettare quel che non si può distruggere. (II, II, II; 1961, p. 82)
 
==Bibliografia==
*Federico Chabod, ''L'Italia contemporanea. (1918-1948)'', introduzione di [[Giuseppe Galasso]], Einaudi, Torino, 1961. ISBN 8806161814
 
==Altri progetti==
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===Opere===
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{{Pedia|L'Italia contemporanea||(1950)}}
 
 
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