Abhinavagupta: differenze tra le versioni

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*[[Māyā]] non è altro se non questo nascondimento di sé, operato dal Signore, nonostante la sua natura sia scoperta ed evidente. (2013, 11)
*L’apprendimento di [[mantra]] da libri è viziato, come dice il Signore nel Siddhāmatatantra , dall’accennato difetto (della non fervenza). In assenza di tale difetto, esso non è tuttavia proibito. (2013, 66)
*Tale coscienza è (come abbiamo visto), essenziata di cogitare, ed è, come tale dotata d’un suono spontaneo, che mai tramonta, il quale è chiamato (nelle scritture) col nome di supremo, grande cuore. L’autopensare insito nel cuore, dal quale l’[[universo]] tutto è sciolto senza residuo, presente nel primo e nell’ultimo momento della percezione delle cose, è noto nella scrittura col nome di «movimento» (''[[spanda]]''), e, precisamente, di «movimento generico» (''sāmānyaspanda''), naturato da un traboccamento in se stessi. (2013, 181b-183)
*Per lo [[yogin]] [concentrato] nel Kula, tutto vibrante del supremo succo bhairavico che sovrabbondando [lo pervade], qualsiasi posizione del corpo è tenuta come ''mudrā''.<ref>Citato in André Padoux 2011, p. 107; traduzione di Raniero Gnoli, 1999.</ref> (200)
*Impuro come può essere infatti il [[corpo]], etc., costituito dai cinque elementi grossi? (2013, 221b)