Aulo Cornelio Celso: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Sull'[[isteria|isterismo]]}} Le donne poi van soggette a violento male che loro viene dall'utero, il quale al pari dello stomaco o infermasi esso stesso, o fu infermare tutto il corpo. Ed arriva talvolta fino ad abbattere in modo da stramazzare l'inferma come se fosse sorpresa da morbo comiziale. Tuttavia queste due affezioni presentano tale differenza, che in questo caso né gli occhi travolgonsi, né esce schiuma dalla bocca, né avvi convulsione; ma soltanto assopimento. Questo stato ritornando frequentemente presso alcune donne rimane per tutta la vita.
*Più frequenti poi e poi più ostinati sono i vizii delle articolazioni dei mani e piedi, che sogliono avvenire nella [[gotta|podagra]] o nella chiragra. Esse raramente si sogliono manifestare ne' castroni, ne' giovanetti prima di usare il coíto e, nelle donne, nelle quali non siensi soppressi i mestrui. Apena cominciano a sentir gl'indizi del male convien usar il salasso; poiché questo mezzo quando è eseguito sollecitamente fin dal principio, spesso rende l'infermo libero dal male per un anno, e talora anche per tutta la vita. Alcuni parimenti, essendosi alimentati di solo latte asinino, si liberarono da questo male per tutta la vita. Alcuni altri, ottenero di star tranquilli per sempre, usando temperanza per un anno intero dal vino, dal vino melato e dalla venere. (libro IV, capitolo XXXI, p. 213)
*Il cavalcare è anche nemico a' [[gotta|podagrosi]]. (libro IV, capitolo XXXI, p. 214)
*Dalle lesioni prodotte da cagione esterna, bisogna passare a quelle che nascono dall'interno per corruzione di qulache parte del corpo. Tra le quali non avvenne alcuna peggiore del [[antrace|carboncello]]. I suoi caratteri sono: si presenta un arrossimento sul quale appariscono pustule poco elevate, soprattutto nere, talvolta lividastre o pallide, le quali sembrano contener sanie; il colore sottoposto è nero, e l'ambito del luogo affetto è arido e più duro del normale con all'intorno una specie di crosta cinta da infiammazione; la cute della parte affetta non può distaccarsi, ma sembra quasi aderente a' sottoposti tessuti; apparisce la sonnolenza, non di raro si manifestano orripilazioni o febbre, ovvero gli uni e l'altra. (libro V, capitolo XXVIII, p. 266)
*La [[scabbia]] poi è una scabrosità della cute, di color rosse, dalla quale nascono delle pustole alcune umide ed altre secche. Esce da alcune della sanie, la quale produce una diffusa esulcerazione pruriginosa, che in taluni serpreggia rapidamente. Inoltre in alcuni il male cessa interamente in altri ricomparisce in un certo tempo dell'anno. (libro V, capitolo XXVIII, p. 278)