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'''Euripide''' (486 a.C. – 406 a.C. circa), poeta tragico greco.
==Citazioni di Euripide==
*''Chi può sapere se il [[vivere]] non sia [[morte|morire]] | e se il morire non sia vivere?''<ref>Da ''Polido''; citato in [[Platone]], ''Gorgia'', 492e; in Platone, ''Tutti gli scritti'', a cura di [[Giovanni Reale]], Bompiani, Milano, 2005, p. 902. ISBN 88-452-9003-4</ref>
*Gli dei ci creano tante sorprese: l'atteso non si compie, e all'inatteso un dio apre la via. (da ''Baccanti'')
*La donna è il peggiore dei mali. (da ''Ippolito'')
*Parla da saggio ad un ignorante ed egli dirà che hai poco senno. (da ''Baccanti'')
*Si è schiavi del [[denaro]] o della [[sorte]]. (citato in Stefano Rodotà, ''La vita e le regole'', p. 136)
*Il tempo è breve; chi insegue l'immenso perde l'attimo presente. (da ''Baccanti'')
*Or te io canterò, figlio di Clinia.<br>Bella è vittoria, ma ancor più bello<br>– cosa che non toccò ad altri Elleni –<br>correr col carro primo, poi secondo<br>ed anche terzo, ed uscirne invitto<br>per ben due volte e farsi incoronare<br>d'olivo e farsi proclamare a voce<br>da un araldo. (''frammento 3'')
{{NDR|Euripide, ''Epinicio per Alcibiade'', traduzione di Antonio D'Andria, http://www.biblio-net.com/lett_cla/traduzioni/euripide_epinicio_per_alcibiade.htm}}
==Citazioni su Euripide==
*Euripide è il primo drammaturgo che segue consapevolmente un'estetica. Di proposito egli cerca ciò che è perfettamente comprensibile: i suoi eroi sono nei fatti quel che sono quando parlano. Essi si esprimono totalmente attraverso le parole, là dove invece i personaggi di [[Eschilo]] e di [[Sofocle]] sono assai più profondi e più pieni rispetto alle parole che dicono: propriamente essi balbettano su di sé. ([[Friedrich Nietzsche]])
*Euripide dà forma ai personaggi, e nello stesso tempo li decostruisce: di fronte alla sua anatomia essi non hanno più niente di nascosto. Se Sofocle aveva detto di Eschilo ch'egli faceva il giusto pur senza averne coscienza, Euripide avrebbe dovuto dire di lui ch'egli faceva quel che non bisognava fare, poiché non ne aveva coscienza. ([[Friedrich Nietzsche]])
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
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