Libro di Giobbe: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni su Giobbe: Umberto Veronesi
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==Citazioni su Giobbe==
*Interessante [...] il fatto che Dio alla fine premia Giobbe, che pure si era ribellato, e redarguisce invece i tre amici di Giobbe, che avevano cercato di convincerlo che la punizione divina cui era sottoposto era probabilmente dovuta a qualche suo cattivo comportamento. Ma Dio sapeva che questa non era la ragione e con la punizione dei tre amici voleva sottolineare che il potere di Dio è assolutamente imperscrutabile. ([[Umberto Veronesi]])
 
===[[Simone Weil]]===
*È necessario che l'anima continui ad amare a vuoto, o per lo meno a voler amare, anche soltanto con una parte infinitamente piccola di se stessa. Allora un giorno Dio stesso viene a rivelarsi a lei e a mostrarle la bellezza del mondo, come avvenne per Giobbe.
*Giobbe grida la propria sventura con tale accento di disperazione proprio perché lui stesso non riesce a credervi, perché nel fondo dell'anima parteggia per i suoi amici. Egli implora la testimonianza di Dio stesso, perché non sente più quella della propria coscienza.
*La sventura ha costretto Cristo a supplicare di essere risparmiato, a cercare conforto fra gli uomini, a credersi abbandonato dal Padre. Ha costretto un giusto a imprecare contro Dio, un giusto perfetto, quanto almeno può esserlo una natura soltanto umana, e forse anche di più, se Giobbe non è tanto un personaggio storico quanto una immagine di Cristo. «Egli si fa gioco della sventura degli innocenti». Non è una bestemmia, è un autentico grido strappato al dolore. Il libro di Giobbe è dall'inizio alla fine una pura meraviglia di verità e di autenticità. Se si parla di sventura, tutto ciò che si discosta da quell'esempio è, più o meno, macchiato di menzogna.
 
==Bibliografia==