Gérard Calvet: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
sfoltisco |
|||
Riga 14:
*La [[liturgia]] cattolica accordata al tempo, riscatta il tempo; immersa gioiosamente nella marea delle creature, alle quali presta un immenso materiale di immagini, trasfigura l'ordine creato e lo prepara alla sua ultima trasformazione. Del vino, bevanda naturale che scalda il cuore dell'uomo, ne fa una porpora regale che avvolge il mondo, lo riabilita e lo consacra con una consacrazione più augusta di quella conosciuta nel suo primo giorno della creazione. (p. 18)
*La Chiesa non consacra il mondo se non per offrirlo a Dio; e offrendolo, lo santifica e lo divinizza. (p. 19)
*Il segno più evidente e fondamentale verso il quale è richiesta la nostra massima attenzione, quello che ci indica che abbiamo realmente passato la soglia del Regno, è la gioia. (p. 22)
*La [[Chiesa]] è evidentamente l'immagine del paradiso. (p. 25)
*La [[Messa]] è il sacrificio del cielo, perché ciò che il celebrante delle nostre Messe su questa terra tiene tra le sue dita è il Cristo glorioso, che si offre in quel momento alla maestà del Padre. (pp. 28-29)
*La
*Il [[rito]] è un pensiero in atto. E' il pensiero umano incarnato in un gesto, capace di un'intensa forza d'espressione come della più squisita delicatezza mentale. (p. 34)
*La [[liturgia]] è il ''canto dello Sposo e della Sposa''. (p. 37)
*L'idea di liturgia presenta un contenuto di una ricchezza inaudita: non si tratterà più di un atto religioso sociale, che esprime la volontà sacrificale di un popolo o di una città, ma di questo mistero senza fine nel quale gli angeli desiderano fissare il loro sguardo: l'unione nuziale di Cristo e della Chiesa
*Fino alla fine del mondo, l'anima cristiana troverà nella [[liturgia]] questa fonte di vita alla quale si sono abbeverati i nostri avi, e la visione che conservava nella loro attesa. Forse, la scuola liturgica è la sola capace, oggi come ai tempi della Chiesa primitiva, di sollevare la cappa di piombo del nostro mondo materialista e d'infondergli di nuovo il gusto della vita eterna. (p. 39)
*Non s'insisterà mai troppo, in una cultura segnata dal dominio dell'utile e di ciò che è redditizio, sul ruolo educatore della [[liturgia]]: assorbita dalla visione dell'eterno, e interessata a iniziare i suoi fedeli alla gratuità, al canto e all'estasi, li condurrà fino al luogo dove si cancella ogni espressione verbale per amare, lodare e adorare in silenzio "la Bellezza che chiude le labbra". (pp. 42-43)
*Il gusto della bellezza è inseparabile, a nostro avviso, dallo zelo per la verità dottrinale. La bellezza determina il vero. Si tradisce più spesso la verità dei dogmi per l'affievolirsi del gusto, piuttosto che per puri errori dello spirito. (p, 45)
*La vita contemplativa, alla scuola della liturgia, realizza ciò che il pensiero riflessivo non ha mai saputo fare: utilizzare l'universo secondo un'accurata scelta, dove partecipano il pane e il vino, l'acqua e l'olio, l'incenso e la cera, il canto sacro umile e sontuoso la cui impareggiabile bellezza lascia il posto ai diritti del silenzio; formule antiche, cesellate con un'arte eccelsa che ci rapisce, come con leggeri colpi d'ali, ''per l'amore delle cose invisibili''. (p. 55)
*Se ci fosse chiesto quale sia il carattere più sconvolgente, fra tutti quelli che uno spirito filiale e attento può scoprire nella preghiera della Chiesa, non esiteremmo a indicare il gusto poetico dei suoi canti, la forza e l'esatezza dell'influenza dei suoi sacramenti, la ricchezza dei suoi sacramentali, il contenuto sovranamente efficace dei suoi misteri, che imprimono nelle nostre anime la similitudine del Figlio
===[[Explicit]]===
|