Giancarlo De Cataldo: differenze tra le versioni

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*Se i soldi si dividono non servono più a niente. Se ci dividiamo non serviamo più a niente. Uniti si vince. ('''[[il Freddo]]''', p. 28)
*Il [[potere]] deve premiare chi ha le idee più chiare e la forza per affermarle. (p. 36)
*[[Patrizia (personaggio)|Patrizia]] non doveva avere più di ventidue-ventitreventitré anni. Mora, pelle morbida e levigata, seni piccoli e sodi, ascelle perfettamente depilate, gambe lunghe. Un culo da strappare il cuore. Quando gli aprì, in sottoveste nera e microreggiseno dal quale spuntava l'areola di una tetta già inturgidita, Dandi non rimpianse di essersi rivolto a Fierolocchio, il massimo esperto di puttane della banda. In confronto a Gina [...] quella ragazzina era una dea. (p. 43)
*– Facciamo finta... solo finta di riconoscere la sua autorità, – riprese [[il Libanese]], – gli diciamo che il numero uno è sempre lui... ce lo teniamo buono il tempo che ci serve... due.. tre mesi... quando il carico è piazzato... tutto piazzato... ne facciamo venire un altro... e gli offriamo il venti... a quel punto lui è sicuro, sicurissimo... dorme sul velluto... è allora che dobbiamo beccarlo. Con calma. Quando decidiamo noi. Come decidiamo noi. Dove decidiamo noi! (p. 71)
*Era la prima volta che il Freddo vedeva [[il Terribile]]. Tutti sapevano che aveva cominciato con i furti di automobili, poi era passato allo strozzo e ai bordelli e da lì alle scommesse. Il Terribile era il re dei cani e dei cavalli. Coi soldi del picchetto aveva aperto un paio di macellerie e uno smorzo a Primavalle. Manteneva una quindicina di scagnozzi, ricettava la roba dei cassettari. I Gemito erano la guardia pretoriana: a loro era concesso di esercitare l'estorsione e l'usura in proprio. Il Freddo lo valutò: cervello di gallina e lardo da bue orientale. (pp. 72-73)