Gustavo Zagrebelsky: differenze tra le versioni

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*Tutti, quasi, nel ceto politico, si dichiarano per una riforma, salvo dissentire su quale. La conseguenza è che la Costituzione è restata in piedi per mancanza di forza sufficiente a modificarla: una situazione imbarazzante di logoramento, di erosione continua della sua legittimità. È stato così fino a ora, e già si dice che si proseguirà: si spera, ma con limitate speranze, che si giunga presto al termine di questo tempo di costituzione sempre da riformare e mai riformata.
 
{{Int|''[http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/19/zagrebelsky-f35-giustizia-e-kazakistan-e-lumiliazione-dello-stato/660395/ Parla Zagrebelsky: “F35"F35, giustizia e Kazakistan, è l’umiliazionel'umiliazione dello Stato”Stato"]''|Intervista di Silvia Truzzi, ''Il fatto quotidiano'', 19 luglio 2013}}
*Mi sembra che sulla vita politica, nel nostro Paese, in questo momento, gravi un “non"non detto”detto" che spiegherebbe molte cose.
*È come se una rete invisibile avvolgesse le istituzioni politiche fossilizzandole; imponesse agli attori politici azioni e omissioni altrimenti assurdi e inspiegabili; mirasse a impedire che qualunque cosa nuova avvenga.
*Il Parlamento è stato esautorato quando il Consiglio supremo di difesa ha scritto che i ''provvedimenti tecnici e le decisioni operative, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell’esecutivodell'esecutivo'', sottintendendo: ''responsabilità esclusive''. Chissà chi sono i consulenti giuridici che hanno avallato queste affermazioni, che svuotano i compiti del Parlamento in materia di sicurezza e politica estera? Un regresso di due secoli, a quando tali questioni erano prerogativa regia.
*Fu chiarito allora che (<small>'''N.B. il Consiglio supremo di difesa'''</small>) si tratta di un organo di consulenza e informazione del presidente, senza poteri di direttiva. D’altraD'altra parte, chi stabilisce se certi provvedimenti e certe decisioni sono solo tecniche e operative, e non hanno carattere politico? I sistemi d’armad'arma, l’usol'uso di certi mezzi o di altri non sono questioni politiche? Chi decide? Il Parlamento, in un regime parlamentare. Forse che si sia entrati in un altro regime?
*Ammettiamo che nessun ministro ne sapesse qualcosa. Sarebbe per questo meno grave? Lo sarebbe perfino di più. Vorrebbe dire che le istituzioni non controllano quello che accade nel retrobottega e che il nostro Paese è terreno di scorribande di apparati dello Stato collusi con altri apparati, come già avvenuto nel caso simile di Abu Omar, rapito dai “servizi”"servizi" americani con la collaborazione di quelli italiani e trasportato in Egitto: un caso in cui s’ès'è fatta valere pesantemente la “ragion"ragion di Stato”Stato". Non basta, in questi casi, la responsabilità dei funzionari.
*Troppo comodo il ''non sapevo''. Chi ci governa, per prima cosa, ''deve sapere''. Se no, dove va a finire la nostra sovranità?
*Potrei sbagliare, ma a me pare che su tutto domini la difesa dello status quo e del governo che lo garantisce. In stato di necessità, si passa sopra a tutto il resto.