Kṣemarāja: differenze tra le versioni

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Spandanirṇaya
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==Citazioni di Kṣemarāja==
*L'oggetto ultimo di venerazione di ogni scuola teistica non differisce dal principio [[Spanda]]. La varietà della meditazione è dovuta solo alla libertà assoluta di Spanda. (da ''Spandanirṇaya'')<ref>Citato in Mark Dyczkowski 2013, p. 146.</ref>
*Uno [[yogin]] la cui [[coscienza]] ordinaria sia ben raccolta nel cuore e che non abbia alcun'altra preoccupazione, grazie a una presa di coscienza priva di dualità (''avikalpa''), si dedica interamente alla contemplazione della propria coscienza in quanto Soggetto cosciente liberato dal corpo e dagli altri limiti. E così che, sempre vigile, assorbendosi nel Quarto stato e in quello che ne è al di là, pone fine al pensiero dualizzante e acquista a poco a poco la sovranità. (commento a ''Pratyabhijñā''<ref>''Pratyabhijñā'' o ''Īśvarapratyabhijñākārikā'', opera di [[Utpaladeva]].</ref> 4.1.11)<ref>Citato in [[Lilian Silburn]], ''La Kuṇḍalinī o L'energia del profondo'', traduzione di Francesco Sferra, Adelphi, 1997, p. 70. L'opera non è specificata.</ref>
 
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*Tale assenza di discernimento è [[Māyā]], la proliferazione che è fondata sulla non percezione della vera realtà. (comm. a III.3; 1999)
*Per lo [[yogin]] divenuto simile a Śiva, nel modo che si è detto – il cui esistere è improntato alla modalità del suo riconoscersi come Śiva – l'essere, il sussistere della forma corporea costituisce l'osservanza religiosa. Un'osservanza da praticare rigorosamente, intenti ad un supremo atto di adorazione, ininterrotto, che altro non è se non la continua consapevolezza della propria intima natura. (comm. a III.26; 1999)
 
==''Spandanirṇaya''==
*L'oggetto ultimo di venerazione di ogni scuola teistica non differisce dal principio [[Spanda]]. La varietà della meditazione è dovuta solo alla libertà assoluta di Spanda. (da ''Spandanirṇaya'')<ref>Citato in Mark Dyczkowski 2013, p. 146.</ref>
*Tutte le cose sono manifeste perché non sono altro che manifestazione. Il punto è proprio che nulla è manifesto separatamente dalla manifestazione.<ref>Citato in Mark Dyczkowski 2013, p. 80.</ref>
 
==Note==