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*7º I sostenitori del ''senso interno'' intendono per ''bello'' l'idea che certi oggetti suscitano nella nostra anima e per ''senso interno del bello'' la facoltà che abbiamo di accogliere questa idea; osservano che gli animali hanno delle facoltà simili ai nostri sensi esterni, e che anzi le hanno qualche volta superiori alle nostre; ma che non ce n'è nessuno che mostri quello che intendiamo per ''senso interno''. Un essere, continuano, può dunque avere interamente la nostra medesima sensazione esterna, senza cogliere però le somiglianze e i rapporti tra gli oggetti; può anche discernere quelle somiglianze e quei rapporti senza sentirne un grande piacere; d'altra parte le pure e semplici idee della figura e delle forme, ecc., sono qualcosa di distinto dal piacere. Il piacere può trovarsi là dove le proporzioni non sono considerate né conosciute, e può mancare per quanta attenzione si rivolga all'ordine e alle proporzioni. Come chiameremo dunque questa facoltà che agisce in noi senza che sappiamo bene il perché? ''Senso interno''.<br />8º Questa denominazione è fondata sul rapporto tra la facoltà che essa designa e le altre facoltà. Tale rapporto consiste principalmente nel fatto che il piacere che ci fa provare il ''senso interno'' è differente dalla conoscenza dei princìpi. La conoscenza dei princìpi può accrescerlo o diminuirlo; ma questa conoscenza non si identifica con esso né è la sua causa. Questo senso dà un piacere necessario; poiché la ''bellezza'' e la ''bruttezza'' di un oggetto rimangono sempre le stesse per noi anche se abbiamo tutte le intenzioni di giudicare diversamente. Un oggetto sgradevole non ci può parere ''bello'' per il solo fatto che è utile; un bell'oggetto, anche se è nocivo, non per questo ci sembra ''brutto''. Prometteteci il mondo intero in ricompensa per costringerci a trovare bella la bruttezza e brutta la bellezza; aggiungete al premio le più terribili minacce, voi non porterete nessun cambiamento alle nostre percezioni e al giudizio del ''senso interno'': la nostra bocca potrà lodare o biasimare a vostro piacere; ma il ''senso interno'' rimarrà incorruttibile. (2001, pp. 18-20)
*[…] basta un solo fatto per abbattere un sistema […]. (''Il bello assoluto secondo Hutcheson e i suoi seguaci''; 2001, p. 34)
*''Bello'' è un termine che noi applichiamo a innumerevoli esseri; ma per quanta sia la differenza tra questi esseri, bisogna concludere o che noi facciamo una falsa applicazione del termine ''bello'', o che in tutti questi esseri c'è una qualità di cui il termine ''bello'' è il segno.<br />Questa qualità non può rientrare nel numero di quelle che costituiscono la loro differenza specifica; poiché in questo caso non ci sarebbe che un solo essere ''bello'', o tutt'al più una sola specie bella di esseri.<br />Ma fra le qualità comuni
*Le lingue le fa il popolo; al filosofo tocca scoprire l'origine delle cose; e ci sarebbe da stupirsi se i princìpi dell'uno non si trovassero spesso in contraddizione con la pratica dell'altro. (2001, p. 50)
*Collocate la ''bellezza'' nella percezione dei rapporti, e avrete la storia dei suoi progressi dall'origine del mondo fino ad oggi; scegliete qualsiasi altra qualità come carattere distintivo del ''bello'' in generale, e subito la vostra nozione si troverà ad essere concentrata in un punto dello spazio e del tempo. (2001, p. 52)
*Non ci sono forse due uomini sulla terra che percepiscano esattamente gli stessi rapporti in uno stesso oggetto, e che lo
==Note==
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