Giovanni Giraldi: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Giovanni Giraldi==
* {{NDR|sul poeta Cristanziano Serricchio}} Della Daunia non è solo il poeta, ma colui che illustra le vicende storiche, le leggende pittoriche e le bellezze naturali<ref name=CS>Da ''[http://www.sangiovannirotondonet.it/?p=27585 Cristanziano Serricchio, il potere della cultura]'', Nunziata Quitadamo per ''sangiovannirotondonet.net'', 5 luglio 2013.</ref>.
* L'[[Incarnazione]] non è avvenuta una sola volta in Gesù, ma è in atto sempre: si ha un'autoctisi eterna, una vera immanenza del divino nel reale, mediatrice l'Idea, la Ragione.<ref name=DA>Da ''[http://www.dialetticaattualistica.it/un-centenario-che-vogliamo-ricordare/ Un Centenario che vogliamo ricordare]'', ''dialetticaattualistica.it'', 15 novembre 2011.</ref>
* La Ragione, che fornisce i suoi diagrammi, non esaurisce il risultato; quell'Idea che si attua come mondo e come Umanità nella sua forma attualmente ultima, rivela di essere anche una forza; non solo pensa come attuare se stessa, ma anche dispone di una adeguata potenza attualizzatrice; essa, per dirla con parole d'uso, non è solo Mente, ma anche Volontà; non è solo idee ma impulso, slancio, ebbrezza; è esplosione, è davvero big bang, sebbene non nella sola forma degli astrofisici attuali. Schopenhauer la chiama Volontà ("Ville"); Bergson "élan vital"; qualche altro Eros; voci diverse di qualcosa che caratterizza l'Idea e la traduce in modo più pieno di quanto non faccia quando si danno i soli schemi della Logica razionale. Se non si dà il debito risalto a questo aspetto "fattivo" dell'Idea, si ha una visione precisa, ma non intera, della concretezza operativa. (da ''Autobiografia come filosofia'' e pagine integrative, in ''Sistematica'' NN. 130-131, pp. 58-59)
* Nella [[solitudine]] scopri te essere il pianto di [[Dio]]. (da ''Elogio della Solitudine'', in ''Sistematica'' NN. 120-121)
* Si deve riconoscere che Gentile, con impegno e genialità speculativa, ha reso al Soggetto la sua dignità, che è la dignità dell'Atto; resta obliterata la dignità dell'Oggetto: questo ''usque recurrit''.<ref name=DA/>
 
==''Autobiografia come filosofia'' e pagine integrative==
* Il [[Giovanni Gentile|Gentile]] aveva sempre scritto che non c'è posto per l'immediatezza, e che "tutto è mediazione". E sbagliava; perché, proprio lui, era il teorico dell'atto puro; atto puro significa che ogni atto è nuovo, spontaneo, dunque senza una mediazione che lo porta sulle mani già aperte. Questo suo atto puro era l'equivalente dell'immediatezza, o del sentire puro. (p. 35)