Romeo e Giulietta: differenze tra le versioni

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:L'afflizione s'è innamorata della tua persona, e tu ti sei sposata la sventura. (Frate Lorenzo a Romeo: atto III, scena III, traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber)
*Non c'è mondo per me aldilà delle mura di [[Verona]]: | c'è solo [[purgatorio]], c'è tortura, lo stesso [[inferno]]; | bandito da qui, è come fossi bandito dal mondo; | e l'esilio dal mondo vuol dir morte. E quindi | dire esilio è dire morte con altro termine, falso ed improprio; | e tu, a chiamar esilio la mia morte, mi mozzi il capo con un'ascia d'oro, | e sorridi del colpo che m'uccide. (Romeo: atto III, scena III)
*'''Giulietta''': Ciò che deve essere, sarà.</br />'''Frate Lorenzo''': Questa è una sentenza sicura. (atto IV, scena I)
*Eh, monsignore, non è provetto cuoco di mestiere, quello che non si sa leccar le dita. (2° servo: atto IV, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber)
:È un cattivo cuoco quello che non sa leccarsi le dita.
*Non tentare un uomo disperato. (Romeo: atto V, scena III)
*Amore mio, mia sposa! La morte, che ha gia succhiato il miele del tuo respiro, nulla ha potuto sulla tua bellezza. Ancor sulle tue labbra e le tue guance risplende rosea la gloriosa insegna della bellezza tua: su te la Morte non ha issato il suo pallido vessillo…vessillo... Tebaldo, tu che te ne stai là in fondo nel tuo bianco lenzuolo insanguinato, qual maggiore tributo posso renderti che spezzare con questa stessa mano che ha spezzato la tua giovane vita quella dell'uomo che ti fu nemico? Perdonami, cugino!... O mia Giulietta, perché sei tanto bella ancora, cara? Debbo creder che palpita d'amore l'immateriale spettro della Morte? E che quell'aborrito, scarno mostro ti mantenga per sé qui, nella tenebra, perché vuol far di te la propria amante? Per paura di questo, io resterò per sempre accanto a te e non mi partirò mai più da questo palazzo della scura notte. qui, qui, voglio restare insieme ai vermi, tue fedeli ancelle, qui fisserò l'eterno mio riposo, qui scrollerò dalla mia carne stanca il tristo giogo delle avverse stelle. Occhi, guardatela un'ultima volta, braccia, stringetela nell'ultimo abbraccio, o labbra, voi, porta del respiro, con un bacio puro suggellate un patto senza tempo con la morte che porta via ogni cosa. Vieni, amarissima mia scorta, vieni, mia disgustosa guida. E tu, Romeo, disperato nocchiero, ora il tuo barco affranto e tormentato dai marosi scaglia contro quegli appuntiti ronchi a sconquassarsi…sconquassarsi... Ecco, a te, amor mio! Bevo al mio amore! {{NDR|beve il veleno}} O onesto speziale! Il tuo veleno è rapido, e così, con un bacio, io muoio. (Romeo: atto V, scena III)
*{{NDR|[[Ultime parole di personaggi immaginari|Ultime parole]]}} O speziale veritiero! Il tuo [[veleno]] è rapido<ref>Tradotto anche come "O fedele semplicista, le tue droghe operano pronte". Così in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/784#c2122|752]].</ref>. E così con un [[bacio]] io muoio. (Romeo: atto V, scena III)
:''O true apothecary! Thy drugs are quick. Thus with a kiss I die.''