Ittero: differenze tra le versioni

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*Del pari è molto noto quel morbo che talora è chiamato ''arquato'', altre volte ''regio''; circa il quale [[Ippocrate]] disse che se sviluppasi al settimo giorno della febbre non sia pericoloso, purché gl'ipocondrii si conservino cedevoli; [[Diocle]] sostenne che l'itterizia sia anche utile se manifestasi dopo la febbre; ma se la febbre sopravviene all'itterizia, allora uccide l'infermo. Questa malattia è resa manifesta dal colore soprattutto degli occhi, in cui la parte bianca si fa gialla. Ordinariamente vi si aggiugne la sete, il dolor di capo ed il frequente singhiozzo, non che una certa durezza all'ipocondrio destro, e quando il corpo esegue un moto veemente si manifesta la difficoltà di respiro, e l'infiacchimento degli arti; ed inoltre quando la malattia si prolunga tutta la superficie del corpo diviene in certo modo di bianco pallido. ([[Aulo Cornelio Celso]])
*Esso non deriva solo, come opinano alcuni dei medici; da un vizio del fegato; ma e il ventricolo e la milza, e i reni e le intestina tenui vi sono immischiate. Imperocchè se il fegato sia attaccato da flemmone e da scirro, non è però sempre impedito nel suo officio di creare la bile, ne la cistifella in lui riposta lascia di segregarla e raccoglierla. Ma se i meati, che conducono questo umore al duodeno, sono obliterati per flemmone o per scirro, la bile trasuda ed è indietro respinta: si mescola allora col sangue, il quale irrigando lutto il corpo, e portandosi seco l'umore, lo diffonde per tutte le membra, e cosi ne viene quel coloramento in giallo, che caratterizza la malattia. Le materie fecali sono bianchicce simili all'argilla, perchè mancano di essere irrorate e colorate dalla bile. ([[Areteo di Cappadocia]])
*Il morbo regio è cosa mirabile, specialmente quando vien negli occhi; che certo è gran maraviglia come fra tanta sottigliezza e densità di pannicoli si soppiati il fiele. [[Ippocrate di Coo|Ippocrate]] insegnò che la febbre dopo il settimo giorno è segno mortale. Ma noi abbiamo veduti di quei che avean questo segno, e non son morti. Viene ancora senza febbre, e lo guarisce, come dicemmo, la centaurea maggiore in bevanda, la bettonica, non che tre oboli d'agarico in un bicchiere di vin vecchio, ovvero la foglia di verbenaca in un'emina di vin caldo per quattro giorni. ([[Gaio Plinio Secondo]])
*L'itterizia è quella malattia che può essere diagnosticata dai propri amici. ([[William Osler]])