Tubercolosi: differenze tra le versioni
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*Anche nella tisi potrà salvarsi colui che avrà uno sputo bianco, omogeneo, di colore uniforme e senza pituita; e della stessa natura conviene che sia quello che dal capo distilla nelle narici. ([[Aulo Cornelio Celso]])
*La ''Ftoe'' è contrassegnala per lo più da questi segni: un calore urente si eccita che nella notte dà fuori; talora si riconcentra nelle viscere: manifesta in questi malati è l'ambascia, la debolezza, la colliquazione. Imperocchè se di giorno in giorno cotesto fuoco si eliminasse dal corpo, dovrebbe pure l'individuo farsi più pingue, più robusto, più tollerante della malattia. Invece allo evaporarsi di quello più gravi si fanno i fenomeni morbosi. I polsi si fanno piccioli e frali: veglie, pallidezza ed ogni altro segno si palesa che è proprio de' malati di febbri acute. Le specie poi degli sputi sono a centinaia. Lividi, atri, puri e sinceri, pallidi e bianchi, bianco-verdognoli, larghi, rotondi, duri glutinosi, sciolti, diffluenti, inodori, o fetentissimi. ([[Areteo di Cappadocia]])
*La terza specie è la più pericolosa di tutte, ed è chiamata da Greci ''tisi''. Ha origine quasi sempre dal capo, indi la distillazione passa al polmone, e ne segue l'ulcerazione di quest'organo, dal che sorge una leggera febbretta, la quale, anche cessando, ricomparisce, si manifesta tosse frequente, e vi è espettorazione marciosa e talvolta ancor sanguigna, e talvolta ancora sanguigna. Se la materia espettorata si pone sul fuoco esala un cattivo odore; e perciò coloro che dubitano della natura della malattia fanno uso di questo segno. ([[Aulo Cornelio Celso]])
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