Giuseppe Berto: differenze tra le versioni

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*Un figlio bambino ama in un modo capriccioso può piangere perché vuole stare sui ginocchi del padre o perché vuol mettersi nel letto grande tra il padre e la madre, e può ficcare le dita dentro la bocca o anche dentro gli occhi del padre. (p. 107)
*Se ne andrà un giorno il figlio per conto suo completamente staccato dal padre com'è giusto senza preoccuparsi di amarlo o non amarlo mentre il padre avrà sempre bisogno di amarlo, e allora se io immaginavo mia figlia comportarsi verso di me come io mi ero comportato verso il padre non le vedevo colpa. (p. 107).
*In quale enorme misura somigli al padre mio lo vado scoprendo per mezzo di questa figlia Augusta a mano a mano che cresce, e sta' a vedere che lui mi amava come io amo lei. (pagp. 219)
*E del resto io sempre con la collaborazione di questa figlia vado approfondendo parecchio la natura del rapporto tra padri e figli, ossia i figli non devono far nulla in cambio dell'amore dei padri dato che il loro unico dovere è di esistere in buona salute possibilmente, poiché io vedendo mia figlia sana provo una gioia grandissima. (pp. 219-220).
*Quanti peccati Dio mio quanti peccati, non finirò mai ma gli altri perché non scontano, questo vorrei sapere perché non scontano gli altri, davvero vorrei sapere se io sono tra tutti gli uomini il più grande peccatore oppure se qualcosa non funziona proprio contro di me in questo deforme ingranaggio di giustizia, pur che ci sia giustizia e non caso e non caos, dove troviamo le ragioni metafisiche vorrei sapere, dove ci può essere un Dio giustizia così sbagliato poiché vi è bene chi più di me odia e calpesta e ha il cuore arido, ecco dunque che non sarebbe possibile un ingranaggio trascendentale neppure riferito al padre mio, gli dei hanno un'imperturbabilità remota insegnava [[Lucrezio]]. (pp. 234-235)
*E allora il compagno mi spiegò che non occorreva aspettar tanto dato che uno poteva arrangiarsi da solo facendo così e così e se volevo provare non avevo che da andare al gabinetto e chiudermi dentro, e naturalmente lo feci subito poiché c'era tutto quel groviglio torbido dell'Es che premeva per sopraffarmi e in verità ciò che provai nelle solitarie manovre fu un piacere tale da sconvolgere la mia fragile costruzione etica, uno partiva dalla parte più impura e peccaminosa del corpo e si innalzava davvero fino alle soglie del paradiso ma poi precipitava giù con la propria coscienza devastata dal peccato e dalla vergogna, come si sarebbe potuto più andare in chiesa e farsi vedere da Dio, benché Dio fosse lì a guardare anche nei gabinetti o la sera nel letto quando spegnevano la luce grande della camera e l'assistente si ritirava dietro la sua tenda nell'angolo, o in qualsiasi altro luogo dove uno commettesse peccato o ne parlasse o ne pensasse compiacendosene, sempre Dio onnipotente era lì a condannare e io non osavo più alzare gli occhi al tabernacolo sull'altare maggiore o anche solo al lumicino che indicava la presenza di Gesù nel Sacramento se prima almeno non mi ero confessato dei miei orrendi peccati, fortuna che c'era la confessione per mondarsi l'anima. (p. 325)
*Ed è sbagliato vero, è sbagliato rubare e pure da parte tua è sbagliato, ma perché mi hai messo al mondo allora perché, per ingannarmi e farmi soffrire, io non volevo non volevo, cerco intorno senza trovare uno scopo per la mia vita e solo leggendo mi sembra di vivere. (pagp. 334)
*E io dico con l'anima in tumulto perché non rendi poi quel che prometti allor, Dio santo non ho neanche quattordici anni e ho già una così grande voglia di morire, cosa faccio al mondo io cosa faccio, amo amo amo così miseramente e immensamente che non ho coraggio di fissare un oggetto per il mio amore. (pagp. 334)
*Ma nel mio inconscio c'era qualcosa che diceva sta' a vedere che sei capace di scrivere opere d'arte proprio tu che al bar Venezia t'impappinavi a dire la poesia, ricordati come t'impappinavi. (pagp. 368)
*Insomma ciò che importa raggiungere è una serena valutazione di sé stesso nei confronti della realtà, cosa tuttavia più facile da dire che da fare dato che velocemente cambiamo noi e insieme ovverosia contemporaneamente cambia anche la realtà la quale poi è costituita da infinite cose in perenne mutamento e inoltre da alcuni milioni o miliardi di individui ognuno in rapida trasformazione e impegnato nel correre dietro per conto suo alla mutevole realtà, sicché questo mondo sarebbe proprio una bella girandola da matti se non intervenisse l'arte del compromesso che sarebbe poi la rinuncia alla pretesa di fare cose perfette che com'è noto non sono di questo mondo e facilmente neppure dell'altro. (pp. 402-403)