Daniele Luttazzi: differenze tra le versioni

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*[...] Serve che la macchina della giustizia venga fatta funzionare. Servono nuove assunzioni, nuovo personale, stanziamenti per le spese, aprire la cancelleria. Ci sono tribunali in cui manca la carta per le fotocopie. È come se i politici non avessero interesse a farla funzionare la macchina della giustizia. La politica latita su questo versante, dai tempi... più o meno di tangentopoli. E così abbiamo una giustizia lenta; ma una giustizia lenta non è giustizia. In Italia delinquere conviene, diceva anni fa il giudice [[Piercamillo Davigo]] e le cose nel frattempo non sono certo migliorate. (3<sup>a</sup> puntata)
*Se l'Italia è piena di idioti che non sopportano la satira, il problema non è mio; ma lo diventa quando quelli finiscono per ricoprire incarichi governativi e nominano dirigenti RAI pronti a servirli. La cosa più degradante è la sudditanza volontaria. In RAI c'è tuttora gente che chiama Berlusconi "sire". A volte la gente mi si avvicina per strada e mi chiede: "Daniele, è vero che a volte la gente ti si avvicina per strada?" Sì. Altre volte mi chiede: "Daniele, perché ti ostini a fare satira?" Ah il motivo è semplice. Perché la gente a furia di leggere sul Corriere della Sera Pigi Battista, Ostellino, Panebianco, e a furia di ascoltare il TG2 e il TG5 sta perdendo la memoria storica degli eventi. La satira è un punto di vista e un po' di memoria. (3<sup>a</sup> puntata)
*Sta di fatto che da cinque anni la [[RAI]] non fa più programmi di satira. Il cambio di governo non ha certo migliorato la situazione e la qualità dei programmi si è fatta così scadente che ormai i programmi RAI sono quelli che guardi quando il tuo cane pesta per sbaglio il telecomando. Dire che la RAI è in crisi è come dire che sul [[Titanic]] c'era un rubinetto che perdeva. Tu guardi i programmi e il più delle volte non capisci dove finisce la noiosità innocente e dove comincia il deliberato sadismo. (3<sup>a</sup> puntata)
*Ah smettetela di lamentarvi che qualche spione ascolti le vostre telefonate. Non siete così interessante. Persino la persona a cui state telefonando non vi sta ascoltando. (3<sup>a</sup> puntata)
*La volgarità è il pretesto principe con cui i tromboni, di tutte le epoche, hanno cercato di tappar bocca alla satira. Si parva licet, anche del Boccaccio dicevano che era volgare e anche lui difendeva la sua arte, come me in questo momento. La verità è che la satira non è volgare, è esplicita. La satira usa come tecnica la riduzione al corporeo, alle esigenze fisiologiche primarie: mangiare, bere, urinare, defecare, scopare. Lo fa per sovvertire le gerarchie costituite. È il potere liberatorio della satira, secondo la tradizione millenaria che dalle sette dionisiache arriva fino al nostro Carnevale. Non esiste sacro senza profano. Il sacro senza profano diventa integralismo. (3<sup>a</sup> puntata)