Giuseppe Berto: differenze tra le versioni

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===[[Incipit]]===
Sfumata in un residuo di nebbia che non ce la faceva né a dissiparsi né a diventare pioggia, un po' disfatta da un torpido scirocco più atmosfera che vento, assopita in un passato di grandezza e splendore e sicuramente anche d'immodestia confinante col peccato, la città era piena di attutiti rumori, di colori stagnanti nel culmine d'una marea pigra.
 
===Citazioni===
*Non mi leggi in viso i segni del destino? La gloria, ad esempio. O anche la morte. Tanto, l'una vale l'altra, almeno per chi crepa. (p. 19)
*Io sono stato sempre favorevole alla [[scuola]] pubblica. La scuola privata è un anacronistico privilegio. (p. 20)
*In questo paese, chi ha più soldi ha più ragione. (p. 65)
 
==''La cosa buffa''==
===[[Incipit]]===
In quel tempo di mezzo inverno benché si recasse ogni pomeriggio di sole sulla terrazza del Caffè alle Zattere, vale a dire in un luogo per niente spiacevole e anzi rallegrato dalle scarse cose liete che si possono trovare in una città umida qual è Venezia durante la brutta stagione, Antonio aveva soprattutto voglia di morire.
===Citazioni===
*Se la [[vita]] fosse fatta soltanto di sogni e di fervori chiunque purché dotato d'un po' di fantasia potrebbe campare beato e contento... (p. 117)
 
===Citazioni sul libro===
*Posso dire che in vita mia non avevo mai lavorato tanto per scrivere tanto poco, né mi ero mai così abbandonato al tormentoso piacere di permettere ai pensieri di cercarsi a lungo le parole più appropriate. (Giuseppe Berto, dalla prefazione)
 
==''Il male oscuro''==
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===Citazioni sul libro===
*Da quando [[Flaubert]] ha detto "Madame Bovary sono io" ognuno capisce che uno [[scrittore]] è, sempre, autobiografico. Tuttavia si può dire che lo è un po' meno quando scrive di sé, cioè quando si propone più scopertamente il tema dell'autobiografia, perché allora il narcisismo da una parte e il gusto del narrare dall'altra possono portarlo ad una addirittura maliziosa deformazione di fatti e di persone. L'autore di questo libro spera che gli sia perdonato il naturale narcisismo, e quanto al gusto del narrare confida che sarà apprezzato anche da coloro che per avventura potessero riconoscersi alla lontana quali personaggi del romanzo. (Giuseppe Berto, dall'introduzione)
 
==''La cosa buffa''==
===[[Incipit]]===
In quel tempo di mezzo inverno benché si recasse ogni pomeriggio di sole sulla terrazza del Caffè alle Zattere, vale a dire in un luogo per niente spiacevole e anzi rallegrato dalle scarse cose liete che si possono trovare in una città umida qual è Venezia durante la brutta stagione, Antonio aveva soprattutto voglia di morire.
===Citazioni===
*Se la [[vita]] fosse fatta soltanto di sogni e di fervori chiunque purché dotato d'un po' di fantasia potrebbe campare beato e contento... (p. 117)
 
===Citazioni sul libro===
*Posso dire che in vita mia non avevo mai lavorato tanto per scrivere tanto poco, né mi ero mai così abbandonato al tormentoso piacere di permettere ai pensieri di cercarsi a lungo le parole più appropriate. (Giuseppe Berto, dalla prefazione)
 
==[[Incipit]] di ''Il cielo è rosso''==
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*Giuseppe Berto, ''Anonimo veneziano'', prefazione di Giuseppe Berto, BUR, Milano 1984.
*Giuseppe Berto, ''Il cielo è rosso'', Rizzoli, 1974.
*Giuseppe Berto, ''Il male oscuro'', RCS Quotidiani S.p.A., Milano, 2003 (Edizione speciale per il Corriere della Sera).
*Giuseppe Berto, ''La cosa buffa'', Rizzoli, Milano 1966.