Carlos Ruiz Zafón: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Carlos Ruiz Zafón - 002.jpg|thumb|right|Carlos Ruiz Zafón]]
'''Carlos Ruiz Zafón''' (1964 – vivente), scrittore spagnolo.
 
*Ci sono epoche e luoghi in cui essere nessuno è più onorevole che essere qualcuno. (da ''Il prigioniero del cielo'')
*In questa vita si perdona tutto, tranne dire la verità. (da ''Il prigioniero del cielo'')
*Aveva, come altre persone, l'abitudine di sorridere esageratamente quando voleva trattenere il pianto. (da "Il prigioniero del cielo")
 
==''Il gioco dell'angelo''==
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*La matematica è la religione della gente che ha cervello, per questo ha così pochi adepti.
*Confuso, chiuse gli occhi e cercò inutilmente di prendere sonno nella speranza che, fingendo di dormire, il suo corpo si lasciasse ingannare.
 
===''Il prigioniero del cielo''===
===[[Incipit]]===
''Barcellona, dicembre 1957''<br>
Quell'anno, prima di Natale, ci toccarono soltanto giorni plumbei e ammantati di brina. Una penombra azzurrata avvolgeva la città e la gente camminava in fretta coperta fino alle orecchie, disegnando con il fiato veli di vapore nell'aria gelida. Erano pochi coloro che in quei giorni si fermavano a guardare la vetrina di Sempere e Figli, e ancora meno quelli che si avventuravano a entrare per chiedere di quel libro sperduto che li aveva aspettati per tutta la vita, e la cui vendita, poesie a parte, avrebbe contribuito a rappezzare le precarie finanze della libreria.
 
===Citazioni===
*Ci sono epoche e luoghi in cui essere nessuno è più onorevole che essere qualcuno. (da ''Il prigioniero del cielo'')
*In questa vita si perdona tutto, tranne dire la verità. (da ''Il prigioniero del cielo'')
*Aveva, come altre persone, l'abitudine di sorridere esageratamente quando voleva trattenere il pianto. (da "Il prigioniero del cielo")
 
==''L'ombra del vento''==
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==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Il prigioniero del cielo''===
''Barcellona, dicembre 1957''<br>
Quell'anno, prima di Natale, ci toccarono soltanto giorni plumbei e ammantati di brina. Una penombra azzurrata avvolgeva la città e la gente camminava in fretta coperta fino alle orecchie, disegnando con il fiato veli di vapore nell'aria gelida. Erano pochi coloro che in quei giorni si fermavano a guardare la vetrina di Sempere e Figli, e ancora meno quelli che si avventuravano a entrare per chiedere di quel libro sperduto che li aveva aspettati per tutta la vita, e la cui vendita, poesie a parte, avrebbe contribuito a rappezzare le precarie finanze della libreria.
 
===''Il principe della nebbia''===
Dovrà passare molto tempo prima che Max dimentichi l'estate in cui scoprì, quasi per caso, la magia. Correva l'anno 1943 e i venti della Grande Guerra trascinavano il mondo nell'abisso, senza rimedio. A metà giugno, il giorno in cui Max compiva tredici anni, suo padre, orologiaio e inventore a tempo perso, riunì la famiglia nel salone per annunciare che quello sarebbe stato l'ultimo giorno che avrebbero passato nella casa in cui vivevano ormai da dieci anni. La famiglia si trasferiva sulla costa, lontano dalla città e dalla guerra, in una casa sulla spiaggia di un piccolo paesino sulle sponde dell'Atlantico.