John Toland: differenze tra le versioni

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*Gli [[animali|animali]] che noi distruggiamo contribuiscono a mantenerci in vita, finché noi stessi non siamo distrutti per conservare altre cose e diveniamo erba o piante, acqua o aria o qualche altra cosa che serve a produrre altri animali e questi a loro volta altri animali o di nuovo altri uomini. Questi poi di nuovo si trasformano in pietre, legna, metalli, minerali o nuovamente animali e divengono parti di tutti questi esseri e di molte altre cose, visto che animali e vegetali si consumano quotidianamente e si divorano l'un l'altro.<ref>Da ''Letters to Serena''; citato in Ditadi 1994, p. 649.</ref>
*Ho buone ragioni per credere, senza voler giurare, che non ci sono attualmente altri esemplari al mondo di questo libro {{NDR|lo ''[[Giordano Bruno#Spaccio de la bestia trionfante|Spaccio de la bestia trionfante]]''}}, eccetto il mio. I membri della Società lo tennero così segreto che nessun bibliotecario né alcun autore inglese ne ha mai fatto la benché minima menzione; era del tutto sconosciuto agli eruditi prima del del 1696 quando lo trovai e lo feci vedere a diverse persone, sebbene senza mai farne fare una copia. Questo trattato è sia pericoloso che empio ed è possibile che lo leggano solo coloro che hanno buon senso e forza di ragione per poter tenere testa a tutti i sofismi. Prima che io l'avessi mostrato a [[Pierre Bayle|Bayle]], [[Caspar Schoppe|Schopp]] era il solo che ne avesse riferito il titolo, nella sua lettera a Rittershausen; ma è certo che non aveva mai visto il libro, perché ha creduto che la Bestia Trionfante fosse il Papa e che Bruno avesse intenzione di lusingare i protestanti; invece per Bestia egli intende ogni religione rivelata in generale, di qualunque tipo sia, e in qualunque modo avvenga che essa trionfi nel Mondo. Sia la religione pagana, sia la giudaica o la cristiana, egli prende di mira, le mette in ridicolo, le rigetta allo stesso modo senza cerimonie e senza eccezioni.<ref>Citato in Bassi 1996.</ref>
*Le innumerevoli generazioni successive che hanno abitato su questa terra sono ritornate con la loro morte alla massa comune, sparpagliandosi e mescolandosi con le altre parti e a queste poi si uniscono gli incessanti flussi di [[materia]] – simili a quelli di un fiume – che la traspirazione fa continuamente sgorgare dai corpi degli uomini mentre vivono, ed inoltre ancora il loro nutrimento quotidiano, l'inspirazione dell'aria e le altre aggiunte continue di materia al loro volume. Insomma considerando tutte queste cose sembra probabile che non ci sia sulla superficie della terra nessuna particella della [[materia]] che non abbia fatto parte dell'uomo. Questo ragionamento poi non è limitato alla nostra specie, ma vale anche per qualsiasi altro ordine di animali e piante, o per ogni altro essere; infatti tutti sono stati trasformati gli uni negli altri mediante innumerevoli e continue rivoluzioni, così che non c'è nulla di più certo del fatto che ogni cosa materiale è tutte le cose, e che tutte le cose si riducono a una sola.<ref>Da ''Letters to Serena''; citato in Ditadi 1994, p. 650.</ref>
 
==Note==