Celso (filosofo): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
minuzie, +2
+2
Riga 17:
*Il loro maestro va in cerca di stupidi. (III, 74)
*Anche se una cosa ti sembra [[male|cattiva]], non per questo consta che sia cattiva: perché tu non sai cosa è utile a te, o a un altro, o al tutto. (IV, 70)
*Se venisse detto che noi regniamo sugli [[animale|animali]], perché diamo la caccia agli altri animali e li divoriamo, si potrebbe rispondere: «Non potremmo, piuttosto, essere stati fatti noi per loro, dal momento che essi ci cacciano e ci divorano?» Noi d'altronde abbiamo bisogno di reti, di armi, di molti uomini che ci aiutino e di cani [da utilizzare] contro quelli che cacciamo: a loro invece la natura ha dato immediatamente delle armi corrispondenti, per ridurci senza sforzo in loro potere. (IV, 78<ref>Citato in Ditadi, p. 362.</ref>)
*E alla vostra affermazione, secondo cui Dio ci ha dato il potere di catturare le [[animale|fiere]] e di usarne a nostro piacimento, risponderemo che verosimilmente prima che esistessero le città e le arti e rapporti sociali di questo genere e armi e reti, gli uomini venivano catturati e divorati dalle fiere, mentre era rarissimo che le fiere venissero prese dagli uomini. (IV, 79)
*Se poi gli uomini appaiono superiori agli esseri privi di ragione perché hanno costruito le città e si sono dati una struttura politica e delle magistrature e dei governi, anche questo non significa nulla, perché altrettanto fanno le formiche e le api. (IV, 80)
*Orbene, se uno guardasse dal cielo verso la terra, quale gli apparirebbe la differenza fra quello che facciamo noi e quello che fanno le formiche o le api? (IV, 85)
*Se poi si ritiene che l'uomo sia superiore a tutti gli altri animali perché possiede sentimenti divini, sappiano i sostenitori di questa tesi che anche tale possesso può essere rivendicato da molti altri animali. E a buon diritto, certo. Quale facoltà potrebbe qualificarsi più divina di quella di prevedere o predire l'avvenire? Ora, questo potere gli uomini lo apprendono dagli altri animali […]. (IV, 88<ref>Citato in Ditadi, pp. 363-364.</ref>)
*Riguardo alle [[cicogna|cicogne]], poi, si racconta che esse contraccambino la pietà filiale e portino nutrimento ai loro genitori in modo tale che sembrano esser più amorevoli degli uomini. (IV, 98<ref name=Ditadi>Citato in Gino Ditadi, ''I filosofi e gli animali'', vol. 1, Isonomia editrice, Este, 1994, p. 364. ISBN 88-85944-12-4</ref>)
*Dunque l'[[universo]] non è stato fatto per l'uomo, e d'altronde nemmeno per il leone o per l'aquila o per il delfino, ma perché questo mondo, in quanto opera di Dio, risultasse compiuto e perfetto in tutte le sue parti: a questo fine tutto è stato commisurato, non in vista dei rapporti reciproci, se non incidentalmente, ma del complesso dell'universo. (IV, 99)
*È dell'universale che il dio ha cura, è questo che la provvidenza divina non abbandona mai: [l'universo] non può subire alterazione, né il dio dopo qualche tempo può richiamarlo a sé, né la sua collera può essere provocata da uomini, più di quanto lo possa essere da scimmie o topi. A nessuno di questi esseri egli muoverà minacce: ciascuno di loro ha ricevuto il proprio destino, nella parte a lui assegnata. (IV, 99<ref name=Ditadi/>)
Line 36 ⟶ 38:
==Bibliografia==
*Celso, ''Il discorso vero'', a cura di Giuliana Lanata, Adelphi, Milano 1994 (1987).
*Gino Ditadi, ''I filosofi e gli animali'', vol. 1, Isonomia editrice, Este, 1994. ISBN 88-85944-12-4
 
==Altri progetti==