Léon Degrelle: differenze tra le versioni

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'''Léon Joseph Marie Degrelle''' (1906 – 1994), avvocato e politico belga.
 
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*Il [[dono]], il vero dono è così: annientarsi sino all'ultima favilla. (p. 23)
*Mi ricordo tre parole che un giorno avevo decifrato su una tomba di marmo nero giù a Damme in Fiandra, dentro una chiesa della mia patria perduta: ETSI MORTUUS URIT. <br /> "Seppur morto, egli arde..." <br /> Possano queste pagine, ultimo fuoco di quel che io fui, ardere ancora un momento, riscaldare ancora un istante le anime possedute dalla passione di donarsi e di credere: di credere malgrado tutto, malgrado la disinvoltura dei corrotti e dei cinici, malgrado il triste gusto amaro che ci lasciano nell'anima il ricordo delle nostre colpe, la coscienza della nostra miseria e l'immenso campo di rovine morali di un mondo che è certo di non aver più bisogno di salvezza, che da questo trae motivo di gloria ma che deve tutta via essere salvato. Deve più che mai essere salvato. (p. 23)
*La [[felicità]] esiste solo nel [[dono]], nel dono completo; il suo disinteresse gli conferisce sapori d'eternità; esso ritorna alle labbra dell'anima con una soavità immortale. <br /> Donare! Aver visto occhi che brillano per essere stati compresi, colpiti, appagati! <br /> Donare! Sentire le grandi onde di felicità che fluttuano come acque danzanti su di un cuore pavesato all'improvviso di sole! <br /> Donare! Aver colto le fibre segrete che tessono i misteri della sensibilità! <br /> Donare! Avere il gesto che consola, che toglie alla mano il suo peso di carne, che consuma il bisogno di essere amato! (p. 26)
*Il secolo non sprofonda per mancanza di supporto materiale. L'universo non è mai stato così ricco, colmo di tanto benessere, grazie a una industrializzazione di tale efficacia produttiva. Non vi sono state mai tante risorse, né tanti beni disponibili. È il cuore dell'uomo, solo lui, ad essere in stato fallimentare. È per mancanza di amore, è per mancanza di fede e capacità di donarsi, che il mondo stesso si abbatte sotto i colpi che lo assassinano. (p. 27)
*Un grande [[ideale]] dà sempre la forza di dominare il proprio corpo, di soffrire la fatica, la fame, il freddo. Che importano le notti bianche, il lavoro opprimente, gli affanni o la povertà! L'essenziale è avere in fondo al proprio cuore una grande forza che rianima e spinge avanti, che rinsalda i nervi, che fa pulsare a forti battiti il sangue stanco, che infonde negli occhi il fuoco ardente e conquistatore. Allora più nulla dà sofferenza, il dolore stesso diviene gioia perché esso è un mezzo di più per elevare il suo dono, per purificare il suo sacrificio. (p. 31)
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*Noi usciremo fuori da questo decadimento solo attraverso un'immensa rettificazione morale, insegnando di nuovo agli uomini ad amare, a sacrificarsi, a vivere, a lottare e a morire per un ideale superiore. In un secolo in cui si vive soltanto per sé, occorrerà che centinaia, migliaia di uomini non vivano più per se stessi ma per un ideale comune, disposti sin dall'inizio a sostenere per esso tutti i sacrifici, tutte le umiliazioni, tutti gli eroismi. Contano soltanto la fede, la fiducia ardente, l'assenza completa di egoismo e di individualismo, la tensione di tutto l'essere verso il "servizio" -per quanto ingrato possa essere, ovunque esso si svolga-, il servizio di una causa che va al di là dell'uomo, e che esige da lui tutto, senza promettergli nulla. Contano soltanto le qualità dell'anima, le sue vibrazioni, il dono totale, la volontà di tener alto al di sopra di tutto un ideale, nel disinteresse più assoluto. Giunge l'ora in cui, per salvare il mondo, vi sarà bisogno del pugno di eroi e di santi che faranno la Riconquista. (p. 166-167)
*Respirare... Riprendere a credere alla virtù, alla bellezza, alla bontà, a un amore... <br /> Sentir danzare attorno a sé, sulle onde, mille altre vele, gonfie di vento, portate da uno stesso soffio verso la stessa chiamata... <br /> Quando il mare dorato vedrà affluire questo biancore, la Rivoluzione sarà in marcia, levata sulle vette di queste flottiglie d'anime. (p. 175)
*Credevi di trovare gioie immediate nell'ascendere faticosamente il pendio, trascinando nella salita un gregge umano. Spesso, hai sofferto. Talvolta, vieni preso da nausee. Ne avevi bisogno. Dovevi imparare che l'[[ambizione]] non appaga, e stanca prima o poi il cuore da lei posseduto. Tu ora lo sai. (p. 178)
*La [[materia]], sola a sé stessa, o muore o si suicida; solo l'ideale ha una valenza eterna.
 
===[[Explicit]]===
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==Bibliografia==
*Léon Degrelle, ''Militia'', [a cura di Giorgio Freda], Edizioni di AR, 1977.
 
==Altri progetti==
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[[Categoria:Avvocati|Degrelle, Léon]]
[[Categoria:Politici belgi|Degrelle, Léon]]
[[Categoria:Belgi|Degrelle, Léon]]
 
[[cs:Léon Degrelle]]