Louise Bourgeois: differenze tra le versioni

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==''Distruzione del padre / Ricostruzione del padre. Scritti e interviste''==
*[[Marcel Duchamp|Duchamp]], [[Amédée Ozenfant|Ozenfant]] e io ci conoscevamo già, ma ci incontrammo di nuovo quando fummo indagati da [[Joseph McCarthy|McCarthy]] nel 1951. Subimmo sorti diverse. Duchamp aveva amici potenti, quindi era al sicuro. Ozenfant era un uomo molto difficile, originale e indipendente. Se attaccato, attaccava a sua volta, come un bambino. Fu quindi espulso dal Paese. Ma io mi sono difesa. Fui interrogata varie volte dopo aver chiesto la cittadinanza. La mia linea di difesa era che non avevo a che fare né sapevo nulla dell'attività politica degli uomini con cui avevo una relazione. E per fortuna le donne avevano allora ottenuto almeno questo diritto: non ero considerata solo la moglie o l'amica di qualcuno. Ero Louise Bourgeois. E lo sono sempre stata. (p. 127)
*Gli [[esistenzialismo|esistenzialisti]] sono scomparsi all'arrivo degli [[strutturalismo|strutturalisti]]. All'arrivo di [[Jacques Lacan|Lacan]]. Gli strutturalisti erano interessati al linguaggio, alla grammatica e alle parole. [[Sartre]] e gli esistenzialisti invece erano interessati all'esperienza. Ovviamente io sto con gli esistenzialisti. Con le parole puoi dire qualunque cosa. Puoi mentire finché vuoi, ma non puoi mentire quando ri-crei un'esperienza. Come diceva [[La Rochefoucauld]]: «Perché parli tanto? Che hai da nascondere?». Spesso le parole servono a nascondere le cose. Io voglio avere un ricordo perfetto e controllo perfetto del passato. Che senso avrebbe allora mentire? (p. 251) <!--controllare edizione-->
*{{NDR|in risposta alla domanda: «Si considera un artista americana?» postale da [[Francesco Bonami]]}} Non c'è dubbio. Quando dalla [[Francia]] sono arrivata negli [[Stati Uniti]], ho trovato un'atmosfera che mi ha permesso di fare ciò che volevo. Credo che in [[Europa]] fossi stata «eccessivamente» educata; qui sono stata capace di dire «no» alla mia educazione. Sono stata libera di esprimere tutta la mia irruenza. In America ho trovato la mia indipendenza. Qui, se continui a ripetere la stessa cosa, puoi convincere la gente; in Europa questo non è possibile. (p. 289)
*L'[[opera d'arte|opera]] può insegnare qualcosa, non l'[[artista]]. Un buon numero di artisti sono molto stupidi, sa. {{NDR|in risposta alla domanda: «Può un artista insegnare qualcosa?» postale da Francesco Bonami}} (p. 291)
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*E a cosa serve [[parlare]], se già sai che gli altri non provano ciò che provi tu? (p. 341)
*{{NDR|In risposta alla domanda: «Non sogna mai?» postale da Gary Koepke}} Mai. (p. 342)
*Gli [[esistenzialismo|esistenzialisti]] sono scomparsi all'arrivo degli [[strutturalismo|strutturalisti]]. All'arrivo di [[Jacques Lacan|Lacan]]. Gli strutturalisti erano interessati al linguaggio, alla grammatica e alle parole. [[Sartre]] e gli esistenzialisti invece erano interessati all'esperienza. Ovviamente io sto con gli esistenzialisti. Con le parole puoi dire qualunque cosa. Puoi mentire finché vuoi, ma non puoi mentire quando ri-crei un'esperienza. Come diceva [[La Rochefoucauld]]: «Perché parli tanto? Che hai da nascondere?». Spesso le parole servono a nascondere le cose. Io voglio avere un ricordo perfetto e controllo perfetto del passato. Che senso avrebbe allora mentire? (p. 251)
 
==Bibliografia==