Giancarlo De Cataldo: differenze tra le versioni

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*- Rimpiangerete questi tempi che ora considerate oscuri.<br />- Rimpiangere Moro? Il Pidocchio? Bologna?<br />- Vedrà. Lei avrà la fortuna di vivere a stretto contatto con gli ultimi uomini veri. Uomini che hanno passioni e identità. Ma, ahimè, tutto questo avrà breve vita! L'oggi muore e il domani sarà il dominio esclusivo di banchieri e tecnocrati. Ah, e ovviamente di ragazzini rincoglioniti dalla Televisione!<br />Scialoja spense il sigaro.<br />- Mi ha mandato a chiamare ma non mi sta dicendo niente di nuovo.<br />- Può darsi, Ma il problema è suo, non mio. Lei si ostina a cercare un disegno dove non esiste nessun disegno, una trama dove non c'è nessuna trama. La smetta con questa pretesa assurda. Il violino e il calendario riposano l'uno accanto all'altro sul tavolo dell'anatomopatologo, e non c'è niente che li colleghi, se non il caso. Questo non è più il secolo di [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]]. Questo è il secolo di [[René Magritte|Magritte]]! (pp. 371-372)
*- Riportame a casa, Freddo. C'ho un gruzzolo da parte. Prendo Filly e stasera stessa facciamo i bagagli per il Brasile. Ce ne andiamo e nessuno sentirà più parlare di noi.<br />- Nessuno ti vedrà mai più in giro, amico mio.<br />- Grazie, Freddo, grazie sei più che un fratello per me, grazie... fatte abbraccia', Freddo, fratello mio! {{NDR|[[Ultime parole di personaggi immaginari|Ultime parole]]}}<br />Si abbracciarono. Il Freddo gli sparò attraverso la tasca del trench, con una 357 silenziata che aveva preparato prima dell'incontro. Aggrappato alle sue spalle, Aldo ebbe un sussulto. Il Freddo sparò ancora. Aldo scivolò sulla rena. Il Freddo commise il grave errore di guardarlo in faccia. Aveva gli occhi pieni di lacrime e di stupore. Rivide il volto dell'agnello, scagliò l'arma lontano, che se la prendesse il mare, maledetta pistola, e maledetta vita. Si sentiva più sporco di un infame. (p. 385)
*Il Freddo gli aprì il cuore. [[Il Nero]] lo ascoltava compunto, il volto affilato di tanto in tanto scosso da una smorfia di dolore.<br />- Avrei fatto anch'io come te... o forse no, ripensandoci.<br />- Spiegati meglio.<br />- Stiamo tutti a parlare di infami, di tradimenti, di giuda... ma forse anche nel tradimento c'è una certa bellezza...<br />- Io non ti tradirei mai, Nero...<br />- E come fai a saperlo? Quando la tua vita dipende da cinque minuscole particelle di piombo che dormono... o fingono di dormire nel cervello... quando persino uno sbadiglio o uno sputo possono portarti mandarti all'altro mondo così, all'improvviso, mentre stai scopando, o te ne stai tranquillo nel tuo letto... be', compagno, ti assicuro che le cose le guardi in tutt'altro modo!<br />- Mi stai dicendo che non credi più a niente?<br />- Al contario! Prima non credevo a niente. Ti ricordi tutti quei discorsi sull'Idea... l'Idea qua... l'Idea là... tutte cazzate! Ora credo a un mucchio di cose, Freddo. Vuoi sapere qual è la più importante? Essere qui, adesso, con te...
*[[Il Vecchio]] era l'interlocutore privilegiato della diplomazia parallela che legava a filo doppio Italia e Stati Uniti. Il campione dell'anticomunismo viscerale. Il Vecchio era un moderato. Temperava le asprezze degli estremisti con la sua calma sapienza. Era ben gradito anche oltrecortina. No, il Vecchio non era che un rottame, un sopravvissuto di altre epoche, uno specchietto per le allodole, un uomo di paglia che tenevano relegato in un ufficetto senza né fondi né uomini. Macché. Mai come nel caso del Vecchio il ruolo formale non corrispondeva al potere effettivo: mediocre e periferico il primo, oscuro e illimitato il secondo. Il Vecchio era uno spaventapasseri che si agitava nei momenti di crisi. Il Vecchio era il crocevia della Storia segreta dell'ultimo quarto di secolo. (p. 407)
*[...] [[Nicola Scialoja|Scialoja]] lo si doveva prendere così com'era con la sua etica distorta da sbirro e le ricorrente tempeste ormonali. (p. 434)