Giancarlo De Cataldo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 15:
===Citazioni===
*Sarebbe stato da saggi ripiegare, a questo punto. Ma quando mai lui era stato saggio? Quando mai tutti loro erano stati saggi? Poi, la paura del piccoletto... l'odore della strada... non era per momenti come questo che tutti loro avevano sempre vissuto? Si chinò sul piccoletto e gli sussurrò all' orecchio il suo nome. Quello prese a tremare. (p. 7)
*Dividiamo oggi. E domani e dopodomani stiamo daccapo a quindici. Le macchine se fanno vecchie, la coca se consuma, la fica si secca per mancanza di liquidi... e dico liquidi, soldi, Fierolo'... ma se invece questi due miliardi e mezzo noi non li dividiamo... se li teniamo uniti... se ci teniamo uniti noi... avete idea di cosa possiamo diventare? Invece di avere poco, abbiamo tanto. E più abbiamo, più avremo... ti ricordi il prete, Satana? Chi più ha più avrà... e noi così dobbiamo fare: avere di meno oggi per avere tutto domani. ([[il Libanese]], p. 27)
*Era la prima volta che il Freddo vedeva [[il Terribile]]. Tutti sapevano che aveva cominciato con i furti di automobili, poi era passato allo strozzo e ai bordelli e da lì alle scommesse. Il Terribile era il re dei cani e dei cavalli. Coi soldi del picchetto aveva aperto un paio di macellerie e uno smorzo a Primavalle. Manteneva una quindicina di scagnozzi, ricettava la roba dei cassettari. I Gemito erano la guardia pretoriana: a loro era concesso di esercitare l'estorsione e l'usura in proprio. Il Freddo lo valutò: cervello di gallina e lardo da bue orientale. (pp. 72-73)
*La Patria è minacciata dalla teppaglia rossa. Le zanne scarlatte dei bolscevichi sono pronte a spolparsi la Nazione. La Democrazia cristiana inciucia coi cosacchi, che scalpitano per abbeverarsi in piazza San Pietro: si vede che la lezione di [[Aldo Moro|Moro]] non gli è bastata. (p. 149)
*– Un giorno ti faccio il ritratto, Patrizia.<br />– Sai anche dipingere?<br />– Me la cavo. Ho fatto un paio d'anni di accademia. Ti raffigurerò come sei. Come ti vedo io. Come tu nemmeno immagini di essere.<br />– Ah, sì? E come?<br />– Geometrica. Puntuta. Slava. Tu non hai una faccia romana. Le facce romane sono tonde e dolci, tendono a sfumare nel languore, ispirano lussuria. Tu fai venire voglia di sfidarti. Sei una donna di là da venire, [[Patrizia (personaggio)|Patrizia]]. Volti come il tuo non se ne vedono molti in giro. (p. 213)
*La stazione era sventrata. Le sirene ululavano. Militari e volontari, fianco a fianco con le mascherine al naso, scavavano le macerie in cerca di un segno di vita. Qualcuno piangeva, i più moltiplicavano gli sforzi per rimandare l'appuntamento con la rabbia e lo sgomento. Arrivarono le troupe televisive. Una folla di parenti angosciati assiepava i binari. Circolava una parola maledetta e rivelatrice: strage. Le lancette del grande orologio del piazzale Ovest erano ferme sulle 10 e 25. L'ora in cui il cuore dell'Italia aveva preso a sanguinare. (pp. 239-240) {{NDR|sulla [[strage di Bologna]]}}
*Le lacrime del guerrietoguerriero feriscono le stelle, - sussurrò [[il Nero]], che sembrava avergli letto nel pensiero, - e ritornano sotto forma di stille di sangue. (p. 254)
*Quando smetti con la [[droga|roba]] senza scalare la realtà cambia ritmo. Il passo stesso della vita ti scorre un momento a velocità iperbolica, e quello con lentezza liquida. La testa ti finisce in un cerchio di ferro e il cuore si stacca dal torace e se ne va pompando all'aria per conto suo. (p. 347)
*Il [[tennis]] era lo sport più stupido del mondo. Il televisore era l'elettrodomestico più stupido del mondo. Messi insieme, costituivano l'antidoto efficace contro l'ansia. (p. 355)