Luigi Compagnone: differenze tra le versioni

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==[[Incipit]] di ''L'ultima notte''==
In questa [[notte]] tra il 22 e il 23 [[gennaio]] dell'anno 1744, il grande povero vecchio è in punto di [[morte]]. È, da gran [[tempo]] che la morte è entrata in lui, forse nel [[giorno]] in cui egli vide spegnersi il primogenito Ignazio, figlio di mala e disperata [[vita]]. Ora, in questa notte di nero [[inverno]], è al [[padre]] che sta per mancare l'ultimo fiato. Giù nella [[Via|strada]], Gradini dei Santi Apostoli a San Giovanni a carbonara, il gelato silenzio della notte invernale.<br>Il grande povero vecchio è ormai stanco. Egli non sta lottando contro la morte, ma contro le ultime resistenze della vita. Nelll'[[ombra]] della stanza, il suo [[occhio]] scorre nella penombra delle cose, raccolte in umile [[preghiera]] sulla vita che se ne va.
 
==''Epigrammi''==
*Sindacato Scrittori? | Prudente starne fuori. | Molti sono gli Iscritti | e pochi gli Scrittori.
*Perché l'intellettuale | prima schifa l'industria culturale | e poi ingrana? | L'Eco risponde: grana.
*E la barca affondò sola | coi romanzi di Cassola.
*In treno la incontrai | che leggeva Il Padrino; | le mormorai: «Che Puzo!» | e apersi il finestrino.
 
==Bibliografia==
*Luigi Compagnone, ''L'ultima notte'', I Prismi, Edizioni de Il Mattino 1996.
*Luigi Compagnone, ''Che Puzo!'', Epigrammi e nonsense, Scheiwiller, 1973.
 
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