Georg Wilhelm Friedrich Hegel: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Georg Wilhelm Friedrich Hegel==
*Ciò che è noto, non è conosciuto. Nel processo della [[conoscenza]], il modo più comune di ingannare sé e gli altri è di presupporre qualcosa come noto e di accettarlo come tale.<ref>Citato in [[Domenico Losurdo]], ''Controstoria del liberalismo'', Laterza, 2005.</ref>
*Il negativo, vale a dire la libertà, vale a dire il crimine.<ref>Citato in Edgar Morin, ''Lo spirito del tempo''.</ref>
*L'[[animale]] ha soprattutto ''sentimento'' (''Gefühl'') [...].<ref>Da ''Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio'', par. 351; citato in Gino Ditadi, ''I filosofi e gli animali'', vol. 1, Isonomia editrice, Este, 1994, p. 191. ISBN 88-85944-12-4<br /></ref>
*L'Idea del dritto è la libertà; e per comprenderla esattamente bisogna riconoscerla nella sua nozione e nel suo Essere determinato.<ref>Da ''Filosofia del diritto'', p. 15.</ref>
*L'uomo che si isola rinuncia al suo destino, si disinteressa del progresso morale. Parlando in termini morali, pensare solo a sé è la stessa cosa che non pensarci affatto, perché il fiore assoluto dell'individuo non è dentro di lui; è nell'umanità intera. Non si adempie il dovere, come spesso si è portati a credere e come ci si vanta di fare, confidandosi tra le vette dell'astrazione e della speculazione pura, vivendo una vita da anacoreta; non vi si adempie con i sogni ma con gli atti, atti compiuti nella società e per essa.<ref name=Marx>Citato in Roger Garaudy, ''Karl Marx'', ''Karl Marx'' (''Clefs pour Karl Marx''), traduzione di Marilena Feldbauer, Casa Editrice Sonzogno, Milano, 1974.</ref>
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==''Vita di Gesù''==
===[[Incipit]]===
La [[ragione]] pura incapace di ogni limite è la divinità stessa. Il piano del [[mondo]] è dunque ordinato in generale secondo la ragione; essa è stata, sì, oscurata spesso ma mai spenta del tutto, persino nelle tenebre si è sempre conservato un suo barlume.<br>Tra gli ebrei fu Giovanni che richiamò l'attenzione degli uomini su questa loro dignità, che non dovrebbe essere per loro un qualcosa di estraneo, al contrario essi dovrebbero cercarla in se stessi, nel loro stesso animo [''Selbst''] e non nella loro filiazione, nell'inclinazione verso la [[felicità]], nell'essere servitori di un [[uomo]] molto in vista, bensì nella cura della scintilla divina che è stata loro concessa e dà loro testimonianza del fatto che essi, in un senso sublime, discendono dalla divinità stessa. L'[[educazione]] della ragione è l'unica fonte di [[verità]] e di quiete, una fonte che Giovanni non diede a intendere di possedere in maniera esclusiva o come una rarità e che tutti gli uomini possono aprire in se stessi.<br>Molti ancora maggiori per il miglioramento delle massime corrotte degli uomini e per la [[conoscenza]] della vera moralità e di un'adorazione più pura [''geläuterte''] di [[Dio]] si è però acquisito [[Gesù Cristo|Cristo]].
 
===Citazioni===
*Dalla moltitudine dei sui uditori Gesù ne scelse dodici, ai quali fece l'onore di un insegnamento particolare, per renderli atti a sostenerli nella diffusione della sua dottrina e per avere alcuni a cui potere ispirare puro il suo spirito, poiché si rendeva conto troppo bene che la vita e la forza di un uomo non erano sufficienti per istruire alla moralità un'intera nazione. (p. 43)
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===Opere===
{{Pedia|Fenomenologia dello spirito||(1807)}}
{{Pedia|Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio||(1817 – 1830)}}
{{Pedia|Lezioni sulla filosofia della storia||(1840)}}