Fabio Tombari: differenze tra le versioni

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*Di notte, all'insaputa degli uomini una torma immane prendeva ad avanzare nel buio dell'incoscienza. A mandrie, a greggi, chi muggiva, qua e là isolati, smarriti; chi grugniva, chi squittiva; a frotte a branchi e nuvoli di uccelli tutti avviati verso l'antro immenso di una gola spalancata; e piante e frutti e acque correnti, via via inghiottiti nella voragine con gli escrementi; e in alto parvenze fumose e caotiche, ma sempre più radiose e variopinte, visioni splendenti della fantasia universale. (''Quintetto di Ottobre'')
 
*A cavalcioni d'uno sgabello, con la sinistra sui nervi dello stinco e la coltella tenuta leggermente nella destra, si curvava sullo strumento a occhi socchiusi. Pareva annusarlo, tirarlo a filo. Chi meglio di lui avrebbe saputo ricavarne fette più sottili? Le prime, è vero, risultavano un po' incerte: non che non vi avesse la mano, ma per l'emozione. Come ogni grande concertista si lasciava impressionare. Al cinghiale, ad esempio, magro e asciutto com'era, il taglio involontariamente gravava sulla cotenna ancora pelosa, dalla parte dei bassi; sull'orso, poiché l'orso aveva dormito tutto l'inverno difeso dal grasso, le fette scorrevan giù ondulate, modulate a ricascar su se stesse, e l'effetto scivolato risultava come attutito.
*Si diceva che nell'orto avessero un albero amaro. Era un mandorlo che a febbraio recinto com'era e difeso dai venti - anche lui di clausura - così chiuso e celato, era il primo a fiorire. Fioriva una luna avanti, si diceva. Quando fuori gli alberi erano grigi, rosi dal mare, al freddo, alle bufere, lui, protetto com'era, si copriva di fiori. Era la terra che saliva a fiorire, quella nera terra di morti; dal profondo dov'era, umida, scura, saliva incontro alla luce. Candida rosea. Ma faceva mandorle amare. (''La zuppiera dei nonni'')
Così, non sapeva affettare un salame, né uno zampone di Modena. Neppure un cotechino o una bondiola di Cremona. Ciascuno il suo strumento, diceva.
Ma se il prosciutto era armonico, grasso e magro ben distribuiti, allora lo faceva cantare. Cominciava dalla punta, quasi in sordina, a limarlo, stuzzicarlo quasi come un prosciuttino di spalla, zigo zago, scherzoso e cavava: setola, rancido, cotenna; poi piano piano, calando sul cantino, passava a sfogliarlo, adagio, sostenuto, fetta contro fetta senza staccare mai l'arco. (''Rinascimento'' - ''L'assolo di prosciutto'')
 
*Si diceva che nell'orto avessero un albero amaro. Era un mandorlo che a febbraio recinto com'era e difeso dai venti - anche lui di clausura - così chiuso e celato, era il primo a fiorire. Fioriva una luna avanti, si diceva. Quando fuori gli alberi erano grigi, rosi dal mare, al freddo, alle bufere, lui, protetto com'era, si copriva di fiori. Era la terra che saliva a fiorire, quella nera terra di morti; dal profondo dov'era, umida, scura, saliva incontro alla luce. Candida rosea. Ma faceva mandorle amare. (''La zuppiera dei nonni'')
 
==''Il segreto d'oltremare''==