Arthur Schopenhauer: differenze tra le versioni

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*Prima di bruciare vivo [[Giulio Cesare Vanini|Vanini]], un pensatore acuto e profondo, gli strapparono la lingua, con la quale, dicevano, aveva bestemmiato Dio. Confesso che, quando leggo cose del genere, mi vien voglia di bestemmiare quel dio. (da ''Der handschriftliche Nachlass'', hrsg. von A. Hübscher, 5 voll., Frankfurt am Main 1966-68, vol. 4, II, p. 23)
*Quando uno comincia a parlare di Dio, io non so di cosa parli, infatti le [[religione|religioni]], tutte, sono prodotti artificiali. (da ''O si pensa o si crede'')
*Se noi potessimo mai non essere, già adesso non saremmo. La prova più certa della nostra [[immortalità]] è il fatto che noi ora siamo. Perché ciò dimostra che su di noi il tempo non può nulla: in quanto è già trascorso un tempo infinito. È del tutto impensabile che qualcosa che è esistito una volta, per un momento, con tutta la forza della realtà, dopo un tempo infinito possa non esistere: la contraddizione è troppo grossa. Su questo si fondano la dottrina cristiana del ritorno di tutte le cose, quella induista della creazione del mondo che si ripete continuamente a opera di Brahma, e dogmi analoghi di Platone e altri filosofi. (da ''Der Handschriftliche Nachlass'', vol. III, ''Manoscritti 1818-1830'', p. 643, DTV, München-Zürich 1985)
*Tutta la mia filosofia si lascia riassumere in una frase: il mondo è la [[volontà]] che conosce se stessa. (da ''Der Handschriftliche Nachlass'', vol. I, ''Manoscritti 1804-1818'', p. 462, DTV, München-Zürich 1985)