Emanuela Audisio: differenze tra le versioni

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*I [[The Beatles|Beatles]] prima di finire consumati da se stessi sono durati dieci anni, Borg otto, McEnroe anche lui otto (ma da quest'anno ha iniziato a cigolare). E nessuno di loro aveva conosciuto la gloria a diciassette anni. Se lo chiedevano ieri parecchie persone vedendo Becker [...]. Per la Puma che lo sponsorizza, scarpe e racchette, dandogli mezzo miliardo, sono domande da non farsi. "Lo abbiamo sotto contratto fino all'87. Abbiamo anche [[Diego Armando Maradona|Maradona]]. Ma per ora non c'è lotta: guadagna di più e ci rende di più Becker". Ma questo giovane Frankeinstein costruito da Tiriac e da Bosch è cresciuto sul campo che il padre architetto gli aveva costruito dietro casa ha anche dei momenti in cui si svuota o in cui la carica gli viene a mancare. Soprattutto se costretto a giocare in doppio lui che soffre le interruzioni, i momenti senza sprint, nessun da incalzare palla dopo palla.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/12/22/becker-non-vale-ancora-per-due.html Becker non vale ancora per due]'', 22 dicembre 1985.</ref>
*I duecento metri mondiali di [[Pietro Mennea|Mennea]] per noi sono stati rabbia e poesia, talento e geometria, insofferenza e razionalità. E la sua maniera di correrli ci ha sempre fatti restare appesi al finale, meglio di un film giallo: ce la farà o sarà preso prima del traguardo? E lui lì ad arrancare, almeno così sembrava, e invece ecco che lui spuntava dalla curva, ecco che quando lo davano per finito lui cominciava a mangiare i metri e lì veramente cominciavano a scoppiare i cuori, anche quelli più introversi. E lui che finalmente aveva combattuto e vinto il mostro interno che lo azzannava alzava il dito. Non come il padrone che reclama una sua proprietà, ma come uno schiavo che si libera delle catene e mostra orgoglioso il frutto della sua liberazione. Non era un'Italia atletica quella di Mennea: jogging, esercizio fisico, palestra non andavano ancora di moda. E non era un'Italia mentalmente attrezzata ad affrontare alla pari gli avversari. Con Mennea qualcosa cambiò: il suo record dimostrò che non eravamo solo un paese pieno di talenti, spesso incompiuti, ma che avevamo anche la scienza e l'applicazione per costruire un primato che sarebbe durato quasi vent'anni. Lo sprint non era più Little Italy. In questo Mennea è stato e continua ancor oggi ad essere la nostra diversità. Ci ha fatti correre, soffrire, vincere. E soprattutto vivere controvento la nostra fragilità.<ref name=mennea>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/12/08/mennea-il-campione-controvento.html Mennea. Il campione controvento]'', 8 dicembre 1999.</ref>
*{{NDR|Sul [[Palio di Siena]]}} Il resto è un orgasmo da un minuto e mezzo che dura ed è preparato da una vita. Un sentir troppo caldo sotto le coperte.<ref name=onda>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/08/17/onda-travolge-il-sogno-di-record.html L'Onda travolge il sogno di record del grande Aceto]'', ''la Repubblica'', 17 agosto 1985, p. 32.</ref>
*{{NDR|Sul [[Palio di Siena]]}} Il resto è una serie di immagini che non sembrano aver nesso tra loro, ordinate in rapida sequenza, come i passaggi improvvisi delle scene in un film. La luce del sole è ancora forte. Una fanfara di trombe e di tamburi che fa sporgere la gente avanti avidamente. Sessantamila persone. [...] Il suono del campanone, ossessivo, un suono cupo, lugubre, da quando un fulmine ne ha modificato il timbro. [...] Il resto è l'animale che striscia la testa per terra quasi rovesciandola, emettendo un gemito pietoso che pare di vedere uscire dalla bocca, i denti digrignanti; ed è come accorgersi all'improvviso che anche le bestie possano esprimere tensione, sofferenza, voglia di libertà in un palio fatto da loro ma non per loro. [...] Il resto sono le finestre di una stessa casa che ti indicano: se nasci a destra sei di una contrada, se a sinistra di un'altra. I vestiti da mezzo quintale [...]; le stanze che ti vengono aperte quando il sole si è abbassato e ricche di asgalani, bandiere ricamate a mano e una storia che non è cresciuta nei musei ma a Piazza del Campo, una conchiglia di nove spicchi a ricordo del governo dei Noverchi. Il resto è la storia con la maiuscola che si incrocia con la minuscola: le banche, gli uffici che avanzano e occupano il centro, il popolo che se ne va, costretto, fuori le mure, ma dentro di sè porta la vecchia contrada.<ref name=onda/>
*Il suo corpo diventò un investimento per 60 prodotti industriali. Il nome [[Björn Borg|Borg]] faceva vendere racchette, scarpe, maglie, cereali, occhiali da sole, lozioni abbronzanti, blue-jeans, liquori, radio, registratori, macchine da cucire.<ref name=passio/>
*La vita un po' fa sempre male. [[Björn Borg|Borg]] l'ha incontrata tardi, verso i ventisette anni. Solo allora si è accorto che il mondo non era più riducibile a quel rettangolo che per tanto tempo gli aveva fatto da casa. Fino a quel momento un omone con gli occhi azzurri, Lennart Bergelin, aveva fatto da paraurti tra il giovane Bjorn e l'esistenza.<ref name=passio/>