Jostein Gaarder: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 73:
 
==''Maya''==
*La sintesi emerge soltanto quando non serve più a nulla. Proprio come il tuono, che non riesce mai a metterci in guardia dal lampo. Chi vuole conoscere il [[destino]], deve sopravvivergli.
*Le parti del cervello non strettamente necessarie alle funzioni vitali di base, ovvero le parti 'superflue', ci hanno d'altro canto permesso di acquistare quelle poche nozioni riguardo all'evoluzione della vita sulla Terra, ad alcune fondamentali leggi di natura e, soprattutto, alla storia dell'universo stesso dal [[Big Bang]] a oggi. (pag. 109)
*Il mondo esiste. In termini probabilistici, questo fatto sfiora i limiti dell'impossibile. Sarebbe stato assai più plausibile se non fosse esistito assolutamente nulla. In tal caso, nessuno avrebbe potuto chiedere perché non c'era nulla.
*Quali sono le probabilità che una cosa sia creata dal nulla? O anche: quali sono le probabilità che una cosa esista da sempre? Ed è possibile calcolare che possibilità avesse la materia cosmica di risvegliarsi da un sonno durato intere epoche e raggiungere d'un tratto la [[conoscere se stessi|coscienza di sé]]?
*L'applauso per il Big Bang si poté sentire soltanto quindici miliardi di anni dopo l'esplosione.
*Non c'è da meravigliarsi che il Creatore, a quanto si dice, fece un passo indietro, meravigliato, dopo aver [[creazione|formato]] l'uomo dalla polvere della terra e avergli soffiato nelle narici un alito vitale, facendolo diventare un essere vivente. La cosa davvero strana fu che Adamo non si stupì.
*[...] siamo noi siamo l'enigma che nessuno decifra. Siamo la favola racchiusa nella propria immagine. Siamo ciò che continua ad andare avanti senza arrivare mai a capire.
*Qualcosa tende l'orecchio e spalanca gli occhi: su, oltre le lingue di fuoco, oltre lo spesso brodo primordiale, su, attraverso caverne sotterranee, e su, su, oltre l'orizzonte della steppa.
*La nostra specie prova una strana attrazione per tutto ciò che è "ultimo" o "perduto". Il valore di un'esperienza di cui potranno godere anche le generazioni future non è nulla rispetto all'eccitazione che si trae dal vedere qualcosa che, in seguito, sarà distrutto.