Lawrence Lessig: differenze tra le versioni

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*Fare la guerra a Internet significa fare la guerra ai nostri figli: non possiamo impedire ai nostri figli di essere creativi, ma se criminalizziamo la tecnologia, rendiamo i nostri figli pirati e clandestini. (dal convegno ''Il web e la trasparenza tra ideali e realtà'', 11 marzo 2010, ''[http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cultura/201003articoli/53052girata.asp La stampa])
 
==[[Incipit]] di ''Cultura libera''==
Fin dalla nascita di una legislazione atta a regolare la proprietà creativa, è esistita la guerra contro la "pirateria". È difficile tracciare i contorni precisi di tale concetto – "pirateria" – ma l'ingiustizia che la anima è facile da afferrare. Come scrisse Lord Mansfield in un caso che estese la portata delle norme sul diritto d'autore inglese fino a includere gli spartiti musicali,
* Non è mai esistito un periodo della storia in cui gran parte della ''cultura'' fosse ''di proprietà'' com'è oggi. Eppure non è mai esistita un'epoca in cui la concentrazione del potere nel controllare gli utilizzi della cultura venisse così supinamente accettata com'è ora.
:''una persona può usare una copia per suonare il pezzo, ma non ha alcun diritto di defraudare l'autore del profitto, moltiplicando le copie e usandole a proprio piacimento''.<ref>''Bach'' v. ''Longman'', 98 Rep. Ingl. 1274, 1777, Mansfield.</ref>
* Accettiamo in maniera così acritica il concetto di proprietà delle idee, che non ci rendiamo neppure conto di quanto sia mostruoso negare le idee a un popolo che senza di esse sta morendo. Accogliamo in maniera così acritica il concetto di proprietà della cultura che non facciamo obiezioni quando il controllo di tale proprietà elimina la nostra capacità, come popolo, di sviluppare democraticamente la cultura. La cecità sostituisce il senso comune. E la sfida per chiunque voglia reclamare il diritto di coltivare la cultura è trovare il modo di aprire gli occhi a questo senso comune.
 
==Remix==